Politica

Nozze gay, dietrofront del governo

Nonostante gli annunci del premier il ddl sulle unioni civili sarà modificato. Sparisce la parola «matrimonio»

Meno di una settimana fa Matteo Renzi aveva ribadito: avanti tutta sulle unioni civili. A dispetto dei mal di pancia di Ncd e nonostante gli affondi della Cei. Poi c'è stata la trasferta al Meeting di Cl, dove il premier non ha neppure sfiorato l'argomento, ma su tutto il resto ha raccolto gli applausi della platea. Forse c'è stata anche una riflessione sui numeri incerti al Senato e sulla maggioranza divisa. Ieri comunque è arrivata la svolta, o meglio: il passo indietro. Il testo subirà modifiche. E non da poco.

È stata proprio la relatrice del disegno di legge sulle unioni civili, Monica Cirinnà, ad ammettere a Radio Popolare : «Sì, stiamo lavorando a ipotesi di modifica. Non è detto che siano modifiche al ribasso», ha subito aggiunto. Ma poi la senatrice Pd ha toccato uno dei nodi più controversi: «Accetterò qualche modifica agli articoli 1 e 3 che invece che citare quelli del codice civile», che fanno riferimento al matrimonio, «avranno un elenco di diritti». Via quindi ogni cenno all'istituzione del matrimonio. D'altronde, aggiunge Cirinnà, «nessuna grande riforma si fa chiudendo la porta in faccia a qualcuno».

Il testo, dopo diversi rinvii e una pioggia di emendamenti, è atteso al Senato a settembre. E Renzi si è impegnato a vararlo entro il 2015. «Il luogo per le modifiche - continua la relatrice - è la commissione Giustizia». Ancora: «Togliere pezzi» dal testo base non significa «levare diritti. Sono certa che rispetteremo i tempi dati da Renzi, il lavoro ormai è fatto, manca semplicemente questa piccola parte relativa ad una distinzione ulteriore con il matrimonio». Del resto, conclude la senatrice, «tutti sanno che le unioni civili non sono un matrimonio».

Il Pd ora sottolinea che sulle nozze gay c'è sempre stata la disponibilità a ritoccare il testo base. «E - spiega il vicecapogruppo al Senato Giorgio Tonini - a chiarire questa distinzione tra i diritti per gli omosessuali» nelle unioni civili e il matrimonio tradizionale. «Nessun passo indietro», conferma il senatore piddino Sergio Lo Giudice.

La minoranza Pd però attacca. «Sbagliato ricominciare tutto da capo», dice il senatore Federico Fornaro.

E mentre Area popolare, con Carlo Giovanardi, parla di ddl completamente da riscrivere, da Forza Italia Maurizio Gasparri mette quattro paletti: nessuna equiparazione con il matrimonio, no alla reversibilità delle pensioni e alle adozioni per le coppie omosessuali, divieto chiaro sull'utero in affitto.

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