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Nozze gay, Salvini ai sindaci: "Disobbedite, non celebratele"

Il pugno di ferro di Marchini fa scuola. Il leder del Carroccio: "I sindaci della Lega non seguano legge sbagliata"

Nozze gay, Salvini ai sindaci: "Disobbedite, non celebratele"

"Sindaci della Lega disobbedite": è questo l’invito lanciato dal segretario del Carroccio Matteo Salvini a proposito delle Unioni civili, ai sindaci leghisti. "È una legge sbagliata - ha detto Salvini all’Ansa - , anticamera delle adozioni gay". Si infuoca dunque il dibattito sulle unioni civili. Il leader della Lega dunque consiglia ai primi cittadini del Carroccio di non celebrare le unioni civili proprio nel giorno in cui viene posta la fiducia sul provvedimento. La posizione della Lega arriva dopo quella presa ieri dal candidato a sindaco di Roma, Alfio Marchini. "Non ho nulla contro il riconoscimento dei diritti civili, ma non è compito del sindaco fare queste cose per cui non celebrerò unioni gay se dovessi vincere le elezioni", aveva affermato ieri Marchini, durante il forum all'Ansa dove ha illustrato i suoi programmi per Roma nel caso in cui venisse eletto. Una presa di posizione che ha provocato la reazione del ministro per le riforme Maria Elena Boschi. "Ogni sindaco è chiamato ad applicare la legge, se il Parlamento domani deciderà di approvare la legge sulle unioni civili, mi auguro che i sindaci, primi cittadini, diano il buon esempio e rispettino la legge", ha detto la Boschi.



Intanto domani, presso la sala stampa della Camera, i parlamentari Eugenia Roccella, Gaetano Quagliariello e Carlo Giovanardi di Idea, Maurizio Gasparri e Lucio Malan di Forza Italia, Gian Marco Centinaio e Nicola Molteni della Lega, Francesco Bruni e Lucio Tarquinio dei Conservatori e Riformisti, Fabio Rampelli ed Edmondo Cirielli di Fratelli d’Italia, Gian Luigi Gigli e Mario Sberna di Ds-Cd, Guglielmo Vaccaro di Italia Unica e il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, terranno una conferenza stampa "per presentare iniziative per l’indizione di un referendum abrogativo in materia di unioni civili".

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