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Nuova corrente dem: i talebani contro lo sviluppo

Epifani e Realacci mettono al bando metano e carbone. Così inseguono i 5 Stelle

Nuova corrente dem: i talebani contro lo sviluppo

Il sol dell'avvenire sorgerà entro il 2050. Quando il mondo sarà senza carbone e petrolio e le auto tutte elettriche. E stavolta non sono i grillini ad auspicare un futuro eco-talebano, ma è la sinistra che, rispolverando un vecchio tic, insegue il Movimento Cinque Stelle sulla strada dell'ambientalismo spinto.

Le proposte e le date sono pressoché speculari. Mentre i protagonisti della nuova battaglia iper-ecologista degli ex comunisti sono Ermete Realacci, deputato Pd presidente della Commissione ambiente e Guglielmo Epifani, transitato dai dem ad Articolo 1-Mdp presidente della Commissione Attività Produttive alla Camera. I due parlamentari specificano che si tratta di «un contributo a titolo personale» al dibattito in corso sulla Strategia Energetica Nazionale (Sen) promossa dai ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico. Una consultazione pubblica, promossa dai ministri Gian Luca Galletti e Carlo Calenda a partire dal 12 giugno scorso e fino al prossimo 31 agosto. Un documento che, negli obiettivi dei due ministri, mirerà ad «Aumentare la competitività del Paese allineando i prezzi energetici a quelli europei, migliorare la sicurezza dell'approvvigionamento e della fornitura e a decarbonizzare il sistema energetico dell'Italia». Così l'ex presidente di Legambiente Realacci e l'ex sindacalista segretario della Cgil Epifani, superate per un momento le faide della sinistra, hanno deciso di dire la loro, scrivendo una lettera a Calenda e Galletti. Per i due deputati bisognerebbe spostare dal 2030 al 2050 l'orizzonte temporale della Strategia, e spiegano: «Oltre agli obiettivi legati all'efficienza per quella data, in analogia con quanto accade negli altri paesi, va posto anche l'obiettivo della produzione elettrica al 100% di fonti rinnovabili».

L' «autoconsumo e l'autoproduzione di energie» sono idee copiate pari pari dal programma dei Cinque Stelle. Tra i nemici della duo rosso-verde c'è anche il metano. Perché insistere sulla metanizzazione della Sardegna quando l'isola «invece può svolgere un ruolo chiave su chimica verde, rinnovabili, efficienza», scrivono. Nel fantastico mondo dei due presidenti di Commissione, poi, «difficilmente si può prevedere un futuro significativo del metano nella motorizzazione privata, la via più promettente appare quella elettrica».

E via con gli «incentivi alle flotte aziendali di auto elettriche». Peccato che, secondo una ricerca dell'Osservatorio sulla mobilità aziendale «la svolta elettrica è ancora molto lontana». Diversi i tempi del Matteo Renzi sulle barricate per bloccare il referendum anti-trivelle del 2016: «Un referendum bufala» disse l'allora premier. E il renziano Ernesto Carbone salutò con un «ciaone» il mancat raggiungimento del quorum. All'epoca Realacci, anima verde" del renzismo,andò a votare Sì, disobbedendo agli ordini del rottamatore, ma con una precisazione: «È un voto simbolico, per far sì che nell'agenda del governo ci sia una politica energetica diversa».

Ora il «verde» ci riprova, assieme al sindacalista «rosso».

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