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La nuova idea di Trump: un muro d'acciaio che piaccia anche ai dem

Lo vuole made in Usa e prepara un discorso alla nazione. Summit con i leader avversari

La nuova idea di Trump: un muro d'acciaio che piaccia anche ai dem

New York Non muri in cemento, ma barriere d'acciaio. É questa l'ultima carta calata dal presidente americano Donald Trump, che non ha intenzione di cedere sulla decisione di sigillare la frontiera con il Messico, anche a costo di prolungare per lungo tempo la paralisi del governo federale. E nel frattempo prepara una doppia mossa a sorpresa per persuadere gli americani della necessità dell'agognata recinzione: una visita al confine meridionale e un discorso alla nazione. Il presidente volerà giovedì alla frontiera per incontrare «tutti coloro che sono in prima linea sul fronte della sicurezza nazionale e della crisi umanitaria», annuncia la portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders su Twitter, spiegando che «presto verranno diffusi maggiori dettagli». Mentre lo stesso Commander in Chief, sempre con un tweet, comunica che questa sera alle 21 locali parlerà al Paese sulla «crisi umanitaria e nazionale al confine meridionale».

Notizia che aveva anticipato il New York Times, precisando come Pennsylvania Avenue avesse chiesto alle varie reti televisive di interrompere la normale programmazione e di dedicargli uno spazio nella fascia di prima serata per una diretta dallo Studio Ovale. «Stiamo pianificando una barriera d'acciaio piuttosto che un muro di cemento. É una buona soluzione, più forte, meno invadente, e made in Usa», scrive il tycoon al termine del ritiro del fine settimana nella residenza di Camp David, dove si è recato con i suoi fedelissimi per fare il punto sulla complessa situazione in corso a Washington. «Dobbiamo costruire il muro, anche di acciaio se non di cemento, ma dobbiamo costruirlo, non abbiamo altra scelta, è una battaglia da vincere», ha spiegato in precedenza ai giornalisti, affermando che molti lavoratori colpiti dalla paralisi del governo federale sono dalla sua parte. Il cambio di materiale, secondo il capo di gabinetto ad interim, Mick Mulvaney, sarebbe una mano tesa ai democratici per consentire loro di affermare che non si tratta più di un muro. Trump sostiene che l'ultimo incontro avvenuto domenica pomeriggio tra il vice presidente Mike Pence e i leader dem in Congresso, Nancy Pelosi e Chuck Schumer, è stato «produttivo», e «sono stati discussi molti dettagli sulla sicurezza del confine».

In realtà i suoi avversari sembrano restare fermi sulla loro linea, e secondo fonti informate «non sono stati fatti progressi» che facciano pensare ad un accordo per porre fine alla seconda paralisi governativa più lunga di sempre. «Non consentiremo a Trump di bullizzarci sul muro», chiosa Schumer. «L'impressione che si ha dal presidente è che vorrebbe non solo chiudere il governo e costruire un muro, ma anche abolire il Congresso, in modo che l'unica voce che conti sia la sua», dice invece la neo speaker della Camera Pelosi alla Cbs.

I dem puntano ad approvare proprio alla Camera singole leggi per finanziare e riaprire le attività amministrative essenziali, ma per ora il leader della maggioranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell, non intende votare provvedimenti che non abbiano il sostegno del presidente. Anche se tra i colleghi del Grand Old Party crescono le riserve, con lo shutdown entrato nella terza settimana. Il Commander in Chief, comunque, è determinato ad andare avanti anche senza intesa per reperire i 5,7 miliardi di dollari necessari per erigere la barriera.

Ribadendo che potrebbe fare ricorso allo stato di emergenza nazionale per trovare i fondi necessari a proteggere la frontiera meridionale.

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