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La "nuova" sinistra riesce a spaccarsi prima di cominciare

Già guerra tra Sel e il movimento della Spinelli ispirato a Tsipras Entrambi lanciano l'opa su comunisti, delusi Pd e dissidenti M5S

La "nuova" sinistra riesce a spaccarsi prima di cominciare

Corsa forsennata per accaparrarsi la fiamma olimpica del greco Tsipras, vincente del momento, e provare a rianimare anche in Italia la malmessa sinistra radicale, che da una decina d'anni le prova tutte ma non ne azzecca una (Sinistra arcobaleno, Federazione della Sinistra, Ingroia, Lista Tsipras). La parola d'ordine, dopo il successo inebriante ad Atene, è «unificare», mettere insieme tutti i pezzi dispersi della sinistra sotto un unico tetto. Facile a dirsi, complicatissimo a farsi. La sinistra radicale marcia ancora più divisa del Pd, un record. Ma la scorpacciata di tzatziki fa buttare il cuore oltre l'ostacolo, e i cantieri della sinistra post-comunista sono in fibrillazione. Problema: ce ne sono un po' troppi, con troppi aspiranti riunificatori, e molti aspiranti leader (Cofferati, Landini) che si fanno corteggiare in attesa di una proposta seria. La frattura più profonda è quella tra Vendola e il gruppo dirigente di «L'Altra Europa con Tsipras», movimento che ha portato tre eurodeputati a Strasburgo, tra cui Barbara Spinelli, che alla fine si è tenuta il seggio promesso al candidato - appunto - di Sel, Marco Furfaro, facendo deflagrare la faida già in corso col partito di Vendola, che pure aveva partecipato alla lista Tsipras (e l'ha pure finanziata).

Il successo di Tsipras in Grecia ha rinfocolato le ambizioni, ma insieme anche le ostilità tra i due gruppi. Vendola si eccita per «una vittoria che cambierà la storia del socialismo europeo», mentre lo stesso Alexis Tsipras compare nel «Comitato operativo nazionale» dell'Altra Europa con Tsipras, insieme alla Spinelli, Guido Viale, Marco Revelli e Luciano Gallino. Entrambi, sia Vendola che i dirigenti della Tsipras, puntano a inglobare gli altri pezzi della sinistra radicale e non solo quelli (anche la sinistra Pd, i fuoriusciti dal M5S, i reduci di Azione civile). Due progetti simili e antagonisti, anche perché tra la Spinelli e Vendola non corre affatto buon sangue. Il leader Sel ha lanciato la sua rete qualche giorno fa con Human Factor (nome definito «ridicolo» da Viale, dirigente Tsipras), «un appuntamento nazionale di riflessione e di ricerca per innovare la sinistra e renderne praticabile una strada alternativa». Alla kermesse di Vendola si sono presentati gli antirenziani del Pd (Fassina, Civati, Cuperlo), Ferrero di Rifondazione comunista e qualche pezzettino di Tsipras, Revelli e l'eurodeputato Curzio Maltese. Che, a commento, twitta: «Servono regole che non ci conducano a divisioni. C'è bisogno di tempo, ma dobbiamo partire subito». La divisione dietro l'angolo, prima ancora di partire.

Ma anche la Tsipras, oltre a Sel, lancia l'Opa sulla sinistra massimalista italiana, con un'assemblea nazionale appena tenuta a Bologna, e in programma una costituente per diventare partito nazionale, «la casa comune della sinistra e dei democratici», come recita lo slogan ufficiale («democratici» per strizzare l'occhio ai dissidenti Pd). Una casa aperta a tutti, spiega la Spinelli: comunisti, ecologisti, delusi M5S, militanti delle battaglie antimafia e anticorruzione (gli ex di Ingroia). Tutti dentro la lista Tsipras, l'unica e originale versione italiana della greca Syriza, diffidare dalle imitazioni con accento pugliese. Alle ultime regionali, non a caso, Sel ha sostenuto il Pd, mentre la Tsipras è andata da sola, criticando l'ambiguità di Vendola, «questa commistione indigeribile di Sel che cerca un accordo con i nostri avversari politici» come dice Ivano Marescotti, attore e attivista della Tsipras in grande sintonia con la Spinelli.

Premesse, più che per una casa comune, per un'insalata greca.

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