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Nuova smentita sull'inchiesta. E il Milan minaccia querele

I legali del Cav negli uffici del procuratore Greco

Nuova smentita sull'inchiesta. E il Milan minaccia querele

Milano - In oltre ventitrè anni di grattacapi giudiziari, a Silvio Berlusconi non era mai successo che a toglierlo d'impiccio fosse proprio la Procura di Milano. La smentita tassativa da parte di Francesco Greco, procuratore della Repubblica, sull'esistenza di un fascicolo sull'affare Milan è stata accolta ad Arcore come il segnale di un nuovo clima. E così ieri mattina gli avvocati di Fininvest, Niccolò Ghedini e Salvatore Pino, salgono al quarto piano del palazzo di giustizia per un lungo e cordiale incontro con Greco. Gli avvocati ringraziano. E Greco riconferma a loro quanto detto sabato ai giornalisti: non esiste nessuna inchiesta, né contro Berlusconi né contro nessun altro, e nemmeno a carico di ignoti, per la vendita del club rossonero ai cinesi; non c'è nessuna ipotesi di riciclaggio.

I legali del Diavolo sanno perfettamente, e per scienza diretta, che sul tavolo di Greco e del suo aggiunto Fabio De Pasquale qualcosa sul Milan c'è: se non altro perché a formare quel carteggio informale hanno contribuito anche loro, fornendo passo passo documenti e analisi sulle trattative con il finanziere cinese Li Yonghong; sanno che la Procura ha in mano anche il rapporto della Guardia di finanza che raccoglie le valutazioni di Bankitalia sulle «operazioni sospette» emerse vagliando la provenienza dei quattrini cinesi. E sanno anche che per ora né Banca d'Italia né fiamme gialle né Procura hanno ravvisato elementi penalmente rilevanti nell'accordo tra Fininvest e mister Li.

Quest'ultimo, il finanziere cinese divenuto il ventiseiesimo presidente del Milan, dopo tre giorni di bailamme mediatico in cui molti sono tornati ad avanzare dubbi sulle sue fortune ieri esce allo scoperto con un comunicato dai toni accesi, pubblicato sul sito del club: Li Yonghong parla di «spiacevole e inaccettabile campagna mediatica basata su congetture e informazioni non corrette», riafferma che «il processo di acquisizione di Ac Milan si è sempre svolto con la massima trasparenza, regolarità e correttezza». E ricorda che tutte le authority coinvolte (e quindi anche l'Uif, l'Unità informazioni finanziarie della Banca d'Italia) «hanno ricevuto nei tempi previsti la documentazione necessaria o richiesta per valutare ed approvare non solo il processo di closing ma anche i requisiti della nuova proprietà ora alla guida del club».

E conclude minacciando querele: «Ci riserviamo di avviare tutte le opportune azioni legali al fine di tutelare al meglio l'immagine, la reputazione e la consistenza economica delle società del gruppo Ac Milan».

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