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Nuovo partito o fare cultura. Gli ex di An litigano sul tesoro

Domani la Fondazione decide sul patrimonio da 150 milioni. Mozione Alemanno-Fini contro Gasparri e Matteoli

Nuovo partito o fare cultura. Gli ex di An litigano sul tesoro

Gli schieramenti in campo sono diversi. C'è la «mozione dei quarantenni», presentata da alcuni consiglieri regionali e appoggiata tra gli altri da Gianni Alemanno, Roberto Menia, Italo Bocchino e Fabio Granata così come da Gianfranco Fini (che non sarà presente all'assemblea) che vuole sbloccare il patrimonio e puntare con forza alla creazione di una nuova formazione di destra. «Va bene utilizzare il patrimonio per iniziative sociali a forte impatto simbolico» dice Alemanno. «Ma è necessario anche creare un'associazione che permetta a tutti coloro che si sentono di destra di ritrovarsi in una casa comune».

Un altro fronte è quello degli ex An in Forza Italia - Maurizio Gasparri, Altero Matteoli, Giuseppe Valentino, Marco Martinelli, Alfredo Mantica e Carmelo Porcu - che spingono affinché il «tesoro» venga utilizzato solo per attività culturali «secondo le finalità imposte dalle determinazioni congressuali del marzo del 2009». C'è poi chi come il deputato Fabrizio Di Stefano non si riconosce affatto nel dibattito: «Il vero tesoro è quello del consenso elettorale, da ritrovare sui nostri valori fondanti». Altra mozione è quella firmata da Massimo Corsaro. «Bisogna mettere in sicurezza il patrimonio, individuando oculati gestori dei fondi e usare solo il rendimento, investendolo in studi, convegni, proposte di legge».

Chi sta tentando un'opera di mediazione è Ignazio La Russa. «Il rischio è quello di andare verso una disastrosa frammentazione, offrendo di noi l'immagine rissosa con cui i nostri avversari amano dipingerci. Le norme sul finanziamento ai partiti non consentono di usare le risorse per far nascere un soggetto partitico, pena inevitabili dispute giuridiche». La Russa ha preparato una mozione che punta a definire le regole per un grande congresso della destra, in cui sia riconosciuto il ruolo di Fratelli d'Italia, ma con la massima apertura alle altre realtà. L'obiettivo è creare un «soggetto unitario che diventi il referente della Fondazione per campagne su temi specifici, dal no gender alla difesa dei diritti prioritari degli italiani». Sui numeri dell'assemblea è notte fonda. Gli iscritti sono circa 800, ma si prevede che si possa strappare la maggioranza con circa 300 voti. Il verdetto decisivo è fissato per domani.

Sarà quella l' «ora x» per comprendere se gli eredi di An riusciranno a individuare un percorso unitario con cui fronteggiare quello spettro con la felpa chiamato Matteo Salvini impegnato a erodere, settimana dopo settimana, l'elettorato storico della destra italiana.

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