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Nuovo strappo M5s: Trenta manda la Marina a prendere i migranti

Una nave militare soccorre 40 naufraghi nella zona Sar libica. Salvini: i porti restano chiusi

Foto di repertorio
Foto di repertorio

È ancora scontro tra il ministro dell'Interno, Matteo Salvini e quella della Difesa, Elisabetta Trenta, dopo che ieri una nave della Marina militare italiana ha recuperato 40 naufraghi dalle acque Sar libiche.

Il vicepremier è subito partito all'attacco: «Perché in acque libiche? Peraltro pattugliate dalla Guardia costiera libica che ieri in pieno ramadan ha soccorso salvato e portato indietro più di 200 immigrati. O si lavora tutti nella stessa direzione - ha proseguito - o non può esserci un ministro dell'Interno che chiude i porti e qualcun altro che raccoglie i migranti. È vero che bisogna chiarire alcune vicende all'interno del governo». Si prospetta un nuovo caso Diciotti.

La nave Cigala Fulgosi era a 75 chilometri dalle coste italiane, in acque internazionali. Come fanno sapere dalla Marina militare, «il barcone soccorso imbarcava acqua e quindi era in procinto di affondare, con le persone a bordo prive di salvagenti che erano in imminente pericolo di vita. Il soccorso è stato effettuato da nave Cigala Fulgosi, che in aderenza alle stringenti normative nazionali ed internazionali ha recuperato 36 persone di cui 2 donne e 8 bambini».

Il natante fa parte dell'operazione Mare sicuro, che sta portando avanti «attività di presenza, sorveglianza e deterrenza, anche in ragione all'attuale situazione di sicurezza presente in Libia». «Tale unità - spiega ancora la Marina militare - è posta in particolare a protezione distante di nave Capri, anch'essa facente parte dell'operazione Mare sicuro, che si trova ormeggiata in porto a Tripoli per fornire assistenza tecnico-logistica ai mezzi della Marina militare e della Guardia costiera libica. L'unità è anche a salvaguardia del personale italiano presente a Tripoli nonché delle piattaforme estrattive dell'Eni presenti al largo delle coste libiche».

Gli attriti tra i due ministri vanno avanti, ormai, da giorni. Tanto che anche tra i militari la tensione sta salendo. Molte divise non sono contente che la Trenta usi le Forze armate per fini politici e per i suoi attacchi al collega dell'Interno. Nei giorni scorsi il Cocer del comparto Difesa ha scritto un comunicato molto duro in cui si riportano le forti preoccupazioni per i tagli apportati, tra cui quelli prospettati per finanziare il nuovo ddl pentastellato sull'acqua pubblica. «La Difesa - scrivono i rappresentanti dei militari - è ormai utilizzata come sportello bancomat per le più svariate esigenze. Di fatto, riducendo ancor di più il già esiguo bilancio, a oggi il più basso dei Paesi appartenenti alla Nato, si andrà a paralizzare lo strumento militare e si azzereranno le aspettative del personale e la difesa dei cittadini».

E ora un nuova polemica. La Marina militare esegue, infatti, gli ordini della Difesa, ma rischia di trovarsi al centro di uno scontro politico in cui nessuno dovrebbe coinvolgerla. D'altronde, Salvini non ha mai negato che per il dicastero di via XX Settembre vorrebbe un ministro leghista, che secondo la sua opinione potrebbe essere più incisivo e curare maggiormente i diritti dei militari.

Sull'intervento della nave Cigala Fulgosi è intervenuto ieri dalla Romania anche il premier Giuseppe Conte: «Ho raccolto la disponibilità di Malta, Francia e Lussemburgo a prendere alcuni migranti». Ma si attendono risposte anche da Germania, Spagna e Portogallo. Per il presidente del Consiglio c'è «grande disponibilità dagli amici europei. Risolveremo anche questo caso», ha concluso.

In serata Salvini insiste con una precisazione: «Un conto è una nave della Marina militare, che attraverso il suo ministro di riferimento si assumerà le proprie responsabilità, un altro una nave di privati o dei centri sociali come la Mare Jonio.

Per loro, i porti restano chiusi».

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