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Obama e Merkel, da rivali ad alleati. Così il nuovo idillio può stritolarci

L'asse tra Usa e Germania cambia la geopolitica. Dalle relazioni con la Russia all'emergenza immigrazione. E chi rischia di più siamo noi

Obama e Merkel, da rivali ad alleati. Così il nuovo idillio può stritolarci

Un idillio che ha trasformato Barack Obama e Angela Merkel da antagonisti in spregiudicati alleati pronti a garantirsi complicità reciproche e globali. Un idillio che nell'ambito dei vari temi cruciali affrontati ieri al vertice di Hannover - come le sanzioni alla Russia, gli accordi sui migranti ed il Ttip (Trattato di libero scambio Usa Ue) rischia di rivelarsi estremamente pernicioso per gli interessi italiani.

LE SANZIONI, L'UCRAINA E L'ASSE ANTI-PUTIN

Le sanzioni anti russe adottate dalla Ue in seguito alla crisi ucraina del 2014 rappresentano per l'Italia uno degli argomenti più delicati discussi ad Hannover. A causa di quelle sanzioni il nostro Paese ha già visto andare in fumo esportazioni per oltre 3,6 miliardi di euro destinate a Mosca. Nonostante le misure siano destinate a scadere a fine luglio Obama vuole vederle rinnovate e Angela Merkel si prepara ad accontentarlo.

Dal punto di vista della Cancelliera il via libera al gasdotto North Stream 2, su cui Obama non sembra aver nulla da eccepire, compensa sufficientemente le perdite economiche sofferte dall'economia tedesca. Alla faccia di un governo italiano che, oltre ad aver perso la possibilità di realizzare il gasdotto Southstream, si è già visto respingere da Berlino e Bruxelles la timida proposta di revoca delle sanzioni avanzata a fine 2015.

LA SPADA DI DAMOCLE DELLA TURCHIA

L'apertura alla Turchia del presidente Recep Tayyp Erdogan è una delle «relazioni pericolose» condivise e perseguite sia da Obama che dalla Merkel.

Dal punto di vista americano l'asse con Ankara garantisce alla Nato la profondità strategica indispensabile per affrontare un confronto anche militare con la Russia. Per la Merkel l'intesa con il «sultano» per la restituzione dei migranti non graditi è fondamentale per placare l'opinione pubblica tedesca.

Per accontentare Obama e la Merkel Bruxelles potrebbe vedersi costretta ad accettare le richieste della Turchia che, interpretando a proprio vantaggio l'accordo sui migranti, pretende l'eliminazione dell'obbligo di visto per i propri cittadini e la conseguente libera circolazione nella zona Schengen di 75 milioni di cittadini turchi.

LOTTA ALL'ISIS A RISCHIO E L'EUROPA NEL MIRINO

Gli ambigui rapporti con una Turchia che in passato ha intrattenuto rapporti con lo Stato Islamico garantendo libero transito sui propri territorio ai combattenti jihadisti e partecipando attivamente al commercio di petrolio proveniente dai territori siriani del Califfato rischia di rendere meno efficace la lotta all'Isis e lasciare esposta l'Europa.

Gli Stati Uniti non si sono mai dimostrati estremamente attivi nella lotta contro lo Stato Islamico e solo l'intervento russo sembra avergli risvegliati da un apparente apatia. In quest'ambito anche i rapporti di una Merkel con Erdogan non sembrano molto incoraggianti. Non a caso la Cancelliera è oggi l'unica a sostenere le richieste di Ankara per la creazione di aree di sicurezza all'interno della Siria riservate all'accoglienza dei profughi. Quelle richieste, avanzate già da quattro anni da Ankara, sono in verità il cavallo di Troia che permetterebbe alla Turchia di intervenire sul territorio siriano e appoggiare i gruppi jihadisti suoi alleati.

IL TRATTATO DI LIBERO SCAMBIO UE-USA E I RISCHI PER L'ITALIA

Obama non nasconde di voler utilizzare il proprio rapporto privilegiato con la Merkel come il perno su cui far girare gli accordi per il libero scambio (Ttip) tra Unione Europea e Stati Uniti. Accordi particolarmente perniciosi per un'Italia che ha uno dei suoi punti di forza nell'esportazione di prodotti di punta nel settore agroalimentare.

Appiattendosi alle norme Usa il settore agro alimentare potrebbe accettare non solo l'utilizzo di pesticidi e prodotti Ogm, ma anche disconoscere quei marchi che contraddistinguono le eccellenze agroalimentari europee come l'Igp (Indicazione geografica protetta) e la Dop (Denominazione di origine protetta).

La prima a farne le spese sarebbe un'Italia considerata, grazie ai suoi con 271 Igp e Dop, il paese europeo con la produzione alimentare di più alta qualità.

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