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Obelisco, anche il sindaco Pd di Predappio boccia la proposta della Boldrini

"Ci sono 66 musei dedicati alla Resistenza e nessuno al fascismo eppure nei 150 anni dell'Unità d'Italia c'è anche il Ventennio"

Obelisco, anche il sindaco Pd di Predappio boccia la proposta della Boldrini

“Scusi ma in che anno siamo? In genere la furia iconoclastica si scatena subito dopo la caduta del regime. Ma siamo nel 2015. E se quell’obelisco non l’hanno tirato giù nel ’45 perché farlo adesso? Che fastido dà?”. Il sindaco Pd di Predappio Giorgio Frassinetti, il paese natale di Benito Mussolini, non si schiera con il presidente della Camera Laura Boldrini.

“Sa qual è il problema? - spiega il sindaco al quotidiano il Tempo -. È che una parte della sinistra, soprattutto quella che lavora nella cultura, ancora fa fatica a riconoscere quella che è ormai una verità storica acclarata. E cioè che il fascismo ebbe un grande consenso popolare. Gli italiani non vennero drogati. Un po’ come è accaduto con Berlusconi, che è sempre stato votato. I contesti erano diversi, ma il principio è lo stesso”. “Predappio è Mussolini, e la memoria del duce non può essere lasciata solo ai commercianti di souvenir, che tramandano gli anni peggiori del fascismo. Se il sindaco di Predappio – città governata dal ’45 dalla sinistra - non si pone questi problemi non rende un buon servizio alla sua comunità. Guardi – dice Frassinetti - ad esempio la mia scrivania. C’è un enorme fascio littorio. Ma io non lo cancello, anzi, ci ho messo un vetro sopra per proteggerlo”.

"Io - prosegue Frassinetti - guardo i simboli del fascismo e non sento il rumore del regime, ma ripercorro una parte della storia d’Italia. D’altronde abbiamo festeggiato da poco i 150 anni dall’Unità. Eppure in quei 150 anni ci sono anche i venti del fascismo. Eppure nessuno ne parla. Ma le sembra normale che nel Paese ci sono 66 musei sulla Resistenza e nessuno su quello che è venuto prima?”. Frassinetti negli scorsi anni si era anche impegnato a restaurare la Casa del Fascio e anche recentemente si è rivolto al ministro della Cultura Dario Franceschini senza però ottenere una risposta in merito: "la procedura - ha concluso il sindaco - è difficilissima perché il Palazzo del Fascio è di proprietà dello Stato, è un bene demaniale, vincolato e cade a pezzi.

Ci vorrebbero cinque milioni per restaurarlo, alcuni privati sono interessati, ma vorrebbero vedere ovviamente il ritorno economico del loro investimento”.

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