Elezioni Regionali 2018

Occhi puntati sul Friuli: il centrodestra pesa l'equilibrio tra gli alleati

Dopo il Molise un'altra Regione può tornare ai moderati. L'affluenza finale è del 48,85%

Occhi puntati sul Friuli: il centrodestra pesa l'equilibrio tra gli alleati

Oggi il Friuli Venezia Giulia ha un nuovo presidente. Il risultato, sebbene venga considerato scontato, dovrebbe premiare il centrodestra, che ha puntato su Massimiliano Fedriga, 37enne parlamentare della Lega. I sondaggi pre voto non davano chance agli altri concorrenti, cioè Sergio Bolzonello del Pd, Alessandro Morgera dei Cinque Stelle e Sergio Cecotti del Patto per l'Autonomia. Il voto in questa Regione sul confine orientale assume molti aspetti interessanti. Da un lato, la conferma dell'avanzata del centrodestra, che dopo la vittoria in Molise conquisterebbe un'altra regione, guidata dal Pd negli ultimi cinque anni. Dall'altro, i nuovi equilibri nella coalizione Berlusconi-Salvini-Meloni, con la Lega che, se confermasse la supremazia su Forza Italia, diventerebbe il partito trainante. Molti avevano scommesso su una possibile deflagrazione dell'unità del centrodestra, che ha reso finora impossibile un accordo Lega-M5s, ma sono stati smentiti più volte dagli stessi leader, che nel corso di tutta la campagna elettorale hanno ribadito la solidità della coalizione. E l'abbraccio di venerdì sera a Trieste fra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, che con la Meloni hanno affrontato un vero tour de force in Friuli Venezia Giulia, ne è la conferma. «Nonostante tutte le notizie false fatte circolare, la coalizione di centrodestra è solida e in salute», ha detto Berlusconi.

Questo voto, inoltre, potrebbe stimolare non poco le consultazioni per formare un governo, che a due mesi dalle elezioni politiche sono ancora in alto mare. Tutti i tre leader dei partiti di centrodestra ne sono convinti e lo stesso Salvini lo ha ribadito chiudendo la campagna elettorale e invitando a sostenere Fedriga per dare «un bel segnale anche a Roma ai signori che dormono e amoreggiano, fregandosene del voto degli italiani». Ma l'invito più pressante è stato quello di esortare gli elettori ad andare a votare. Un appello che sembra esser stato raccolto. L'affluenza alle urne, infatti, è stata del 48,85% degli aventi diritto (che sono oltre 1.100.000), sostanzialmente in linea rispetto al 2013, quando però si votava in due giorni.

Lo stato di salute del centrodestra, come dicevamo, appare ottimo, quello del centrosinistra, invece, sembra pessimo. Per il Pd e i suoi alleati queste regionali saranno una delusione annunciata. Il Friuli Venezia Giulia era una delle poche regioni che la sinistra era riuscita a strappare al centrodestra nel 2013, ma i passi falsi del Rottamatore da un lato, e la poco convincente prova di governo regionale di Debora Serracchiani dall'altro, hanno spinto la delfina di Renzi a non ricandidarsi viste le scarse possibilità di vittoria. I risultati delle Politiche del 4 marzo e gli ultimi sondaggi confermano che per il centrosinistra non ci sono chances. Al Pd resta soltanto la speranza che la propria coalizione conquisti il secondo posto.

D'altronde, con i Cinque Stelle sarà una testa a testa e non è escluso il sorpasso del centrosinistra, grazie soprattutto alle divisioni che si sono create tra i grillini in Friuli Venezia Giulia a causa della candidatura di Morgera, non gradita a tutto il Movimento.

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