Politica

Occupazioni, pugno di ferro del Viminale: censimenti rapidi e subito gli sgomberi

Luca Fazzo

Mai più casi come la Fiorucci, la fabbrica di Roma occupata per otto anni, che ha visto il governo condannato a un maxirisarcimento (oltre 28 milioni di euro) a favore della proprietà, per non avere sgomberato gli abusivi che se ne erano impossessati. Dal ministero degli Interni parte una svolta nella gestione delle occupazioni da parte di squatter, centri sociali, clandestini, insomma contro chiunque - soprattutto nelle grandi città - si impadronisce di stabili privati momentaneamente sfitti. Sgomberi più rapidi, e forme di assistenza solo a chi dimostrerà di averne effettivamente bisogno. A spingere il Viminale ad annunciare la svolta c'è la necessità di prevenire i reati che all'interno degli stabili occupati spesso prosperano indisturbati, ma soprattutto di evitare i danni all'erario che possono derivare da altre richieste di risarcimento come quella intentata con successo dai proprietari della Fiorucci.

La circolare inviata ieri a tutti i prefetti d'Italia porta la firma di Matteo Piantedosi, capo di gabinetto del ministero, recentemente colpito dall'avviso di garanzia della procura di Agrigento per il caso Diciotti. Per il presunto sequestro dei profughi sulla nave, Piantedosi è indagato insieme al ministro Matteo Salvini. Ed è sicuramente in pieno concerto con Salvini che il dirigente ministeriale ha deciso l'apertura del nuovo caso. Una spiegazione possibile è che ormai al Viminale si aspettino un «autunno caldo» di cortei e contestazioni e che intendano giocare d'anticipo per indebolire il fronte delle occupazioni, dove si trovano frequentemente le basi dei gruppi antagonisti.

La circolare affronta dapprima il tema della prevenzione, invitando i prefetti a sensibilizzare enti pubblici e privati «all'approntamento di tutte le misure di difesa passive occorrenti alla tutela dei loro beni, volte a scoraggiare ogni forma di indebita intrusione negli stessi»: Per le occupazioni già in atto, il ministero invita invece a realizzare da subito un «censimento» (facile prevedere che sarà considerato una sorta di schedatura) degli occupanti, in modo da individuare chi tra loro ha effettivamente bisogno, oltre che «della condizione di regolarità di accesso e permanenza sul territori nazionale»: Piantedosi non si nasconde le difficoltà di questo censimento, «pur tuttavia tali operazioni devono essere condotte con la massima rapidità». Poi si dovrà procedere allo sgombero nel più breve tempo possibile, e solo chi dimostrerà di non potersela cavare da solo o con l'ausilio di parenti potrà venire aiutato dai servizi sociali. «Tali interventi non potranno essere considerati negoziabili»: nessuna trattativa con gli abusivi, insomma. Per chi non sarà in considerato in situazione di fragilità, nessun aiuto, al massimo una struttura provvisoria di accoglienza. Conclusione: per il Viminale c'è «la necessità di attendere agli sgomberi con la dovuta tempestività».

Entro settembre Salvini vuole dai prefetti il piano degli sgomberi programmati.

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