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Ogni lezioncina in tv del professor Cottarelli costa 6.500 euro alla Rai

La nuova vita da Fazio dell'ex commissario alla spesa pubblica. «Il cachet? Va all'ateneo»

Ogni lezioncina in tv del professor Cottarelli costa 6.500 euro alla Rai

Da mister spending review a quasi premier, fino a presenzialista tv a gettone. La vita da pensionato (d'oro) di Carlo Cottarelli è diventata piena di impegni, sicuramente più divertente della precedente da funzionario del Fmi. Quando c'è da spiegare lo stato dei conti pubblici italiani o smontare le misure economiche del governo l'ospite da chiamare è lui. Nel giro di pochi mesi è passato da Palazzo Chigi (premier incaricato, ma giusto qualche giorno) agli studi di Fabio Fazio in Rai, come presenza fissa ad ogni puntata, la versione dotta della Littizzetto. Il senatore Maurizio Gasparri si è intestardito e ha martellato la Rai per sapere se la partecipazione dell'economista cremonese al programma di Fazio fosse gratuita. Gli ha risposto prima Cottarelli che la Rai, dicendo che da Fazio non ci va gratis, ma che il compenso non viene versato a lui direttamente ma all'Università Cattolica di Milano, ateneo nel quale Cottarelli guida l'Osservatorio sui Conti Pubblici italiani.

Quindi la Rai paga per averlo ospite, ma quanto? Stavolta è stata Viale Mazzini a rispondere: 6.500 euro a puntata. Funziona così. Nel contratto di appalto tra Rai e Officina, la società (al 50 di proprietà di Fazio) che produce il programma è previsto un budget per il compenso degli ospiti. Quindi la Rai paga Fazio per pagare l'ospitata di Cottarelli, il cui corrispettivo viene però pagato all'Università Cattolica dove lavora Cottarelli. Fatto sta che un'azienda pubblica, di quelle che proprio lui aveva sotto la lente da «Commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica», spende soldi pubblici per averlo ospite, seppure indirettamente. Infatti Gasparri non si dà pace: «L'uomo della spending review, arrivato per tagliare la spesa, è finito ora nei gorghi delle spese Rai, indirettamente o direttamente. Cottarelli stava per diventare presidente del Consiglio ed è, quindi, oramai quasi un politico. Farebbe, quindi, bene ad andare gratis in televisione, come tutti noi».

Tra l'altro, come ha notato il deputato (ed ex conduttore tv) M5s Gianluigi Paragone, l'ex «mr. Tagli» collabora con uno dei programmi finiti più spesso nel mirino per i notevoli costi a carico della tv di Stato (oltre 18 milioni di euro l'anno, di cui 2,2 solo per il compenso di Fazio). Una star tv, ormai, anche se non è vero che Cottarelli si sia affidato ad una agenzia per gestirne le partecipazioni a programmi tv («Smentisco le voci che mi attribuiscono il dottor Caschetto come agente» ha twittato).

È vero invece che Cottarelli, grande sostenitore del rigore sui criteri per il pensionamento, ha il privilegio di essere andato in pensione già a 59 anni (gli organismi internazionali, compresi quelli che danno lezioni di austerità, hanno regole previdenziali ultraprivilegiate per i loro dipendenti). Non un baby pensionato ma quasi. E con un assegno di lusso: 220mila euro l'anno versato dal Fmi, che però al netto delle tasse italiane «si riduce a 118.500 euro», come rivelò a Il Tempo, spiegando di non aver approfittato della tassazione Usa più favorevole come avrebbe invece potuto. Fino al 2014 poi è stato commissario del governo italiano a 258mila euro l'anno, prima che Renzi non lo invitasse a sloggiare. Stipendio che si sommava alla pensione d'oro. Fino alla nuova carriera da economista televisivo, in prima serata, anche se per interposto compenso.

Avesse potuto gestire i conti pubblici, da premier, come ha gestito i propri, saremmo a cavallo.

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