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Ok al decreto sui collegi. Alla Sicilia due in meno alla Lombardia due in più

Ridisegnati i collegi elettorali

Ok al decreto sui collegi. Alla Sicilia due in meno alla Lombardia due in più

Roma - La «mappa dei collegi» è l'ultimo tassello che manca alla legge elettorale. E ieri sera il Consiglio dei ministri ha varato il decreto legislativo che li ridisegna.

Il testo approderà oggi alle commissioni parlamentari che dovranno dare il loro parere, accompagnato da una nota del ministero degli Interni che segnala «le criticità» ancora aperte, e tutti i partiti sono in fermento. «Giunge voce che abbiano incrementato di 64 i collegi plurinominali della Camera e di 35 quelli del Senato», insorge il capogruppo di Forza Italia Paolo Romani, «mi auguro che nelle commissioni ci sia la possibilità di condividere le scelte, perché c'è il sospetto di un abito tagliato su misura». Su misura del governo, e quindi del Pd: questo il «grave sospetto» avanzato dai berlusconiani. Che hanno sentito le voci di una lunga riunione informale dei ministri interessati alla distribuzione dei collegi: il Consiglio dei ministri, fissato alle 18, si è effettivamente riunito solo un'ora e mezza dopo.

Sulla carta, si tratta di disegnare 232 collegi uninominali e 386 plurinominali per la Camera, e 109 uninominali e 200 plurinominali per il Senato. La base di partenza, come prevede una norma voluta dalla Lega, sono i vecchi collegi del Mattarellum, ma da allora non sono cambiate solo le proporzioni tra collegi maggioritari e proporzionali, come fissato da Consultellum, ma anche la popolazione italiana e la sua distribuzione: il Mattarellum era stato fatto sulla base del censimento del 1991, vecchio ormai di decenni. Dunque molte cose cambieranno: ad esempio, sulla base del numero di abitanti, la Sicilia (che si è spopolata) si vedrà togliere almeno un paio di collegi, mentre la Lombardia se ne vedrà attribuire - con soddisfazione del centrodestra - un paio in più. Uno dei punti «critici» segnalati dal ministero dell'Interno sta anche nella distribuzione dei Comuni all'interno dei collegi, che ha il suo peso anche politico perché può cambiare il risultato dei diversi partiti.

Ora le commissione parlamentari avranno quindici giorni per esprimere i propri pareri, prima che la mappa entri in vigore e si apra la strada verso le elezioni dell'anno prossimo, che si terranno da marzo a maggio.

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