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Via gli omissis dal caso stadi La grande paura a 5 Stelle

In arrivo nuove carte dell'inchiesta sull'impianto della Roma. Potrebbero venire fuori i nomi coperti

Via gli omissis dal caso stadi La grande paura a 5 Stelle

Sarà una settimana cruciale, la prossima, per l'inchiesta sullo stadio della Roma. E forse pericolosa per chi pensava fin qui di averla scampata. Perché tutto quello che è stato reso pubblico sul metodo Parnasi, l'imprenditore che sapeva come oliare i meccanismi che rallentavano i progetti che aveva in cantiere ingraziandosi i politici di ogni colore con metodi «anni Ottanta», è soltanto una parte dell'indagine che ha portato all'arresto del palazzinaro romano e dell'avvocato Luca Lanzarone, il superconsulente dei Cinque Stelle spedito a Roma per seguire la questione stadio.

Ma poiché gli avvocati di Parnasi, Giorgio Tamburrini ed Emilio Ricci, hanno deciso di presentare istanza al Tribunale del Riesame per chiedere la scarcerazione del costruttore, la Procura dovrà adesso depositare tutte le carte dell'inchiesta. Quanto uscito finora è coperto da molti omissis, soprattutto lì dove si parla dei soldi distribuiti a politici e dirigenti per accelerare le procedure. Omissis che a questo punto potrebbero sparire, aprendo scenari del tutto nuovi perché le pagine coperte sono oltre un centinaio e il numero delle persone coinvolte è dunque destinato a salire. Una cautela - quella di non mettere in chiaro nell'ordinanza di custodia cautelare e nelle informative dei carabinieri tutti i nomi delle persone destinatarie dei finanziamenti, delle consulenze o dei favori dati al posto delle tangenti - usata in attesa che gli inquirenti trovino riscontri, anche perché alcune delle elargizioni di denaro ai politici sono lecite e messe in bilancio. A chi si stava riferendo per esempio Parnasi quando parlando con i suoi sodali della necessità di «spendere qualche soldo sulle elezioni» («È un investimento che io devo fare...molto moderato rispetto al passato quando ho speso cifre che manco te le racconto») dice che la sua forza era quella «di alzare il telefono» e interfacciarsi con qualcuno, presumibilmente un politico conosciuto, che finora i magistrati hanno voluto tutelare?

E comunque Parnasi, che finora si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip durante l'interrogatorio di garanzia, ha chiesto al procuratore aggiunto Paolo Ielo e al pm Barbara Zuin di essere ascoltato e potrebbe decidere di spiegare la sua trama di relazioni e i suoi rapporti con Lanzalone, il suo «mister Wolf», in riferimento al personaggio di Pulp Fiction che risolveva i problemi, soprattutto se avevano a che fare con l'impasse che aveva bloccato il progetto dello stadio della Roma. In cambio l'imprenditore gli prometteva lucrosi incarichi, come quello relativo alla ristrutturazione di fondi legati ad un'operazione relativa alla realizzazione, presso la vecchia Fiera di Roma, di un polo di intrattenimento con uffici e un palazzetto da utilizzare per incontri di basket ed eventi musicali.

Per i magistrati Lanzarone era un consulente di fatto del Comune, anche se a titolo gratuito, e in quanto tale equiparato a pubblico ufficiale. Per questo è stato arrestato per corruzione. E per dimostrare questo rapporto, la Procura ha prodotto alcune mail tra l'avvocato e l'assessore all'Urbanistica Luca Montuori, come scritto ieri da Il Fatto, da cui risulta che il Campidoglio lo informava sempre delle decisioni che venivano prese sul progetto.

E comunque il ruolo di facilitatore che Lanzalone svolgeva per la sindaca Virginia Raggi in diversi dossier caldi della capitale, non solo in quello dello stadio, emerge chiaramente dai dialoghi presenti nelle carte dell'inchiesta.

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