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Ora anche il M5S vuole intascarsi i soldi pubblici

La rivoluzione del Direttorio: soldi e doppio mandato. Dopo l'addio ai MeetUp e le incertezze sulle candidature, il Movimento diventa partito

Ora anche il M5S vuole intascarsi i soldi pubblici

Riceviamo e pubblichiamo:

Nell'articolo a firma di Claudio Cartaldo, intitolato "Ora anche il M5S vuole intascarsi soldi pubblici" pubblicato in data odierna nella versione online de Il Giornale, sono contenute diverse inesattezze, falsità e fatti privi di qualsiasi fondamento. Inesattezze, falsità e fatti privi di fondamento ripresi da un articolo pubblicato dal giornalista Jacopo Iacoboni su “La Stampa” già oggetto di nostra smentita.

1. MICROCREDITO . E’ falsa l’affermazione e la ricostruzione secondo cui ”il microcredito non ha funzionato, bisogna trovare il modo di usarli, i soldi, e usarli in maniera politicamente più proficua». Il microcredito , alimentato ad oggi con 12,3 milioni di euro provenienti dai tagli degli stipendi e diarie degli eletti del Movimento 5 Stelle, sta funzionando benissimo. Come previsto dai decreti attuativi, l’erogazione concreta dei primi finanziamenti è iniziata a fine luglio . In un solo mese, incluse le ferie, sono stati erogati concretamente oltre 200 finanziamenti ad altrettante piccole imprese e sono in corso oltre 2.000 pratiche. Secondo l’Ente Nazionale del Microcredito ogni concessione di finanziamento genera 2,43 nuovi posti di lavoro.

2. RESTITUZIONI – Non è quindi vera l’affermazione che si accantonerà la regola della restituzione di stipendi ed eccedenze. I fondi e stipendi in eccesso continueranno ad essere sempre restituiti da parte degli eletti del Movimento 5 Stelle nel Parlamento italiano ed Europeo e nei Consigli Regionali.

3.DOPPIO MANDATO. E’ falsa e priva di fondamento la notizia secondo la quale “ il direttorio spinge anche per ottenere la possibilità di fare il doppio mandato”. Il limite dei due mandati elettivi è una regola cardine del Movimento 5 Stelle che non verrà cambiata e non ci saranno eccezioni per nessuno.

4. MEET-UP – Non c’è alcuna “morte dei Meet Up” come scrive il giornalista. I Meet Up sin dalla loro fondazione nel 2005 si sono sempre chiamati ‘Amici di Beppe Grillo’ e non sono mai stati il Movimento 5 Stelle.

5. DI MAIO – L’affermazione per la quale “Di Maio. Si sta creando un suo enturage” è falsa. Luigi Di Maio non si sta costruendo nessuna struttura. Da due anni si avvale degli stessi collaboratori, scelti nella massima autonomia concessa a tutti i parlamentari del Movimento 5 Stelle per individuare i professionisti che li aiutano nello svolgere il mandato al servizio dei cittadini.

Da ultimo, rileviamo, così come impone la deontologia professionale nonché la Carta dei Doveri del giornalista, le cui norme sono state totalmente disattese dal giornalista estensore dell'articolo, che sarebbe stato sufficiente che il sig. Claudio Cartaldo avesse verificato la veridicità sostanziale e l’attendibilità dei fatti da esso riportati.

Comunicazione M5s

Potete dire addio alla storia del Movimento 5 Stelle che non vuole essere un partito. Le regole che fino ad oggi sono state la stella polare dei grillini stanno per essere messe in soffitta: il direttorio, infatti, è pronto a chiudere l'esperienza del microcredito e ad usare i soldi pubblici "in maniera politicamente più proficua".

Secondo quanto riporta un retroscena de La Stampa, Luigi Di Maio e Alessando Di Battista starebbero pensando di cambiare i dettami del Movimento. Scrive Jacopo Iacoboni che nei discorsi del direttorio si sente vociferare: "Il microcredito non ha funzionato, bisogna trovare il modo di usarli, i soldi, e usarli in maniera politicamente più proficua". Quella degli stipendi, delle diarie e dei soldi pubblici cui i parlamentari Cinque Stelle fino ad oggi hanno rinunciato è una querelle che dura ormai da tempo. Non sono pochi i deputati e i senatori pentastellati che si sono lamentati, sperando di poter intascare qualche euro in più.

Nel 2013, anche Beppe Grillo fece una parziale marcia indietro, dicendo che "forse siamo stati tropo rigidi sui soldi, tremila euro per vivere a Roma, per chi non è di Roma, sono troppo pochi". Poi ci fu la questione delle diarie degli eurodeputati, cui venne concesso di tenere tutti i soldi. "Perché loro sì e noi no?", dissero gli onorevoli italiani. Ed ora i giovani grillini vogliono mandare in soffitta le regole di Casalaggio, andando ad intaccare quella che forse è stata la colonna portante del grillismo.

Intanto la metamorfosi del M5S va avanti. Dopo l'addio alla guida teocratica del comico genovese e l'istituzione di una sorta di ente tecnocratico guidato da Di Maio e Di Battista, qualche giorno fa Grillo aveva detto che la selezione dei candidati attraverso la rete non aveva funzionato molto bene ("abbiamo imbarcato di tutto"), facendo immaginare che le regole potessero cambiare. Ieri, però, la marcia indietro (forse dettata da Casaleggio) sul Blog: "La selezione dei candidati per le prossime elezioni politiche manterrà lo stesso metodo di quelle del 2013". Tuttavia il direttorio spinge anche per ottenere la possibilità di fare il doppio mandato.

Tra i giovani più attivi c'è sicuramente Di Maio. Si sta creando un suo enturage e molti deputati ora "gravitano" intorno alla sua personalità.

Difficile parlare ancora di correnti, ma dopo la morte dei MeetUp e l'idea del doppio mandato, immaginare un Movimento Cinque Stelle in stile Democrazia Cristiana sta diventando qualcosa più di una semplice follia.

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