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Ora la Boldrini invoca l'unità del centrosinistra: "Andiamo tutti uniti alle Europee"

L’ex presidente della Camera vuole un listone senza simboli di tutto il centrosinistra

Ora la Boldrini invoca l'unità del centrosinistra: "Andiamo tutti uniti alle Europee"

Dopo aver sposato la causa (fallita) di Liberi e Uguali, che ha spaccato ulteriormente il Partito Democratico e il centrosinistra italiano, ora Laura Boldrini fa un appello all’unità della "cosa rossa".

Già, perché l’ex presidente della Camera dei deputati, in un’intervista a La Repubblica, chiede a gran voce "una lista unica del centrosinistra alle Europee senza simboli del Pd, di Leu o di altre formazioni minori". Non solo. La Boldrini, infatti, lancia anche uno slogan-collante per la coalizione: "Cambiare l'Europa per salvare l'Europa". Ma non saranno certo i motti, in caso, a mettere insieme – e a tenere unite – le anime del centrosinistra italiano.

L'appello della Boldrini

L’esponente di LeU, dunque, aggiunge: "Per le Europee, dobbiamo cominciare a lavorare ora, con serietà e senza paraocchi a una proposta competitiva e invece non mi pare che il centrosinistra si sia reso conto della posta in gioco che incarnano le elezioni 2019". E, perciò, propone "una grande lista unica in cui non vedo le nostre insegne tradizionali: un progetto che nasca dal confronto largo e serrato con tanti mondi che guardavano alla sinistra e hanno smesso di votarci".

Infine, Laura Boldrini stila anche il programma, indicando cinque priorità fondamentali dell’alleanza-accozzaglia a sinistra: "Primo: cambiare le politiche economiche e sociali, quindi non inserire il fiscal compact nei trattati e liberarci da vincoli. Secondo: la centralità degli investimenti nella green economy. Terzo: armonizzare le politiche fiscali dell'Unione, introducendo web tax e carbon tax. Quarto: rivedere il regolamento di Dublino, con quote di richiedenti asilo per tutti i Paesi. E infine: una grande strategia europea per i diritti civili, delle donne, contro l'omofobia".

Si attendono ora la risposte, sempre se arriveranno, dei progressisti italiani.

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