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Ora Grillo difende Di Maio dai "parassiti della sinistra"

Dopo il crollo in Friuli Venezia Giulia e il "niet" di Renzi, scende in campo Grillo per difendere Di Maio dai "parassiti della sinistra frou frou"

Ora Grillo difende Di Maio dai "parassiti della sinistra"

Dopo la palese sconfitta e la porta in faccia sbattuta da Matteo Renzi, Beppe Grillo difende Luigi Di Maio da quelli che definisce i "parassiti" della "sinistra frou frou.

"L'entusiasmo di Luigi viene propagandato come fosse bramosia di potere e la sinistra frou frou gioca la carta di un'improbabile supremazia intellettuale, ridicola, e figlia di accordi con quello che hanno sempre chiamato 'caimano'. Lo stesso soggetto con cui hanno trovato il sistema di sopravvivere sino ad oggi", scrive il fondatore e ideologo del Movimento 5 Stelle in un post intitolato "La perfezione del parassito".

Per Grillo il Pd "cerca nutrimento dalle stesse forze che lo hanno sconfitto" e quello in atto oggi è "uno stallo soltanto apparente": "È soltanto il lavorio dei vecchi partiti che tentano di rigenerarsi sfruttando l'onda provocata dalla nostra energia, la stessa che li ha suonati come campane", scrive ancora, "Questa è la logica evolutiva dei parassiti: utilizzare l'entusiasmo del nuovo per far sopravvivere il vecchio. La logica dell'inciucio avrebbe portato al governo in una settimana, giusto il tempo necessario alle spartizioni, ma di quale governo staremmo parlando? L'ennesimo fantoccio, figlio di catene di compromessi tanto lunghe da aver perso la loro stessa testa? Quelli che traggono nutrimento dai vizi peggiori del paese hanno subito un castigo molto severo, ma sono sopravvissuti alla reazione immunitaria degli italiani grazie a quella legge elettorale incredibile, vergognosa, che hanno piazzato come una mina - accusa Grillo - lungo il sentiero democratico del paese".

Per questo, dopo aver ribadito che il M5S non ha nessuna intenzione di allearsi con "il Pd e l'accozzaglia che attende il cedimento strutturale del suo garante Berlusconi", chiede "un tentativo di incontrarci su dei temi con questi personaggi, escludendo quelli assolutamente impossibili". "È una cosa che dobbiamo al "Paese", dice, "Confondere un accordo su dei temi con un'alleanza è come confondere un contratto d'affetto con l'amicizia. Le parole perdono il loro significato, la politica anche, i diritti pure...

trascinati in basso da quelli che si aggrappano alla piccola fiducia residua degli italiani".

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