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Ora i libici accusano l'Italia: "Trattò con l'Isis per ostaggi"

Tripoli punta il dito sul caso degli operai della Bonatti. "Volevano un riscatto. Poi è successo quel che è successo"

Ora i libici accusano l'Italia: "Trattò con l'Isis per ostaggi"

Roma tentò di negoziare un riscatto per la liberazione dei quattro dipendenti italiani dell'impresa Bonatti, sequestrati dall'Isis nel luglio 2015. Lo ha affermato il direttore dell'ufficio investigativo della procura generale di Tripoli, Essedik Essour, in una conferenza stampa in cui ha esposto tutte le indagini finora condotte sulla presenza dello Stato islamico in Libia.

"Siamo in possesso dei dettagli del rapimento degli italiani da parte dei membri dell'organizzazione a Sabrata", ha detto. "Tre membri dell'Isis - ha aggiunto - sono responsabili del fatto. Negoziavano con alcune persone e con i delegati delle autorità italiane perchè versassero un riscatto ma è successo ciò che è successo: due sono stati uccisi e due liberati. I dettagli li abbiamo noi", ha sintetizzato.

Essour ha anche sottolineato la preziosa collaborazione con la magistratura italiana perchè "tutti i crimini sono legati al terrorismo, e tra questi anche il traffico di essere umani è una fonte di finanziamento delle attività terroristiche". Fausto Piano e Salvatore Failla furono rapiti, assieme ai colleghi Filippo Calcagno e Gino Pollicardo, il 19 luglio di due anni fa.

Il 2 marzo 2016 doveva essere il giorno della liberazione e invece qualcosa andò storto: il convoglio dei dipendenti della società parmense finì in mezzo a un conflitto a fuoco con alcuni miliziani, a 30 chilometri a sud di Sabrata.

Si salvarono solo Calcagno e Pollicardo.

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