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Ora Di Maio ha paura dei furbetti dei Caf E chiede a Landini di fare il poliziotto

Il ministro: «La Cgil blocchi chi frega lo Stato». La replica: «Noi onesti»

Ora Di Maio ha paura dei furbetti dei Caf E chiede a Landini di fare il poliziotto

Non c'è ancora il reddito, perché sarà erogato solo tra tre mesi, ma i furbetti sì: «A questi signori che suggeriscono come fregare lo Stato mandiamo un bell'accertamento». Che è arrivato puntuale ieri mattina in un Caf di Palermo, dove si è presentata la Guardia di finanza, inviata nientemeno che dal vicepremier Luigi Di Maio, a verificare un dipendente ripreso a sua insaputa da una trasmissione televisiva mentre parlava di come si potrebbero eludere i paletti del reddito di cittadinanza. Si tratterebbe di un consigliere comunale del Pd, che a stretto giro è stato sospeso dalla Cgil: «Credeva di farla franca, povero illuso! - ha commentato Di Maio- Stiamo ricevendo segnalazioni da altri Caf, siamo al lavoro».

Già, perché il decreto che istituisce il sussidio è appena entrato in vigore ma l'ingegno italiano lavora da mesi. Almeno da quando è partito l'assalto a centri di assistenza fiscale e patronati da parte di cittadini che chiedono informazioni e da chi è alla ricerca di escamotage per dribblare i paletti: dai cambi di residenza per figli o mogli, alle finte separazioni per abbassare l'Isee e rientrare nella platea dei beneficiari.

La pena che in caso di frode può arrivare a sei anni di carcere sembra non avere l'effetto auspicato da Di Maio. Dopo settimane di inchieste che raccontano di Caf in giro per l'Italia dove circolano consigli, in alcuni casi forniti da parte degli stessi dipendenti, su come ottenere il reddito anche per chi non ne avrebbe diritto, il vicepremier ha chiamato il comandante della Guardia di finanza, Giorgio Toschi, per attivare verifiche. «Se ci sono altre anomalie con Caf e patronati che si comportano così, che dicono come eludere il meccanismo del reddito, chiedo a cittadini e media di segnalare nomi e cognomi così che possiamo mandare ispezioni ovunque». Controllare tutto e tutti, però, si sa non sarà possibile.

Alla vigilia del blitz delle fiamme gialle a Palermo, il ministro del Lavoro, ospite a Quarta Repubblica, di fronte a un analogo caso trasmesso dal programma di Nicola Porro se l'è presa anche con il neo segretario generale della Cgil Maurizio Landini, già nel mirino del M5s sul taglio alle pensioni d'oro ai sindacalisti: «La cosa che mi fa arrabbiare di più è che questi Caf sono spesso federati con la Cgil: faccio i miei migliori auguri a Landini però mi auguro anche che si prendano provvedimenti verso chi sta consigliando alla gente come fregare lo Stato. I primi che controlleremo saranno quelli che hanno deciso di cambiare residenza in questi ultimi tre mesi. Su questo ringrazio la Guardia di finanza con cui abbiamo una convenzione, e ai cittadini dico di non utilizzare questi manuali di istruzioni che vi vengono suggeriti perché passate un guaio».

Landini ha fatto sapere che la Cgil Sicilia ha avviato una procedura disciplinare e ha sospeso in via cautelativa il dipendente, ma poi replica a muso duro al leader grillino: «Se c'è una persona che ha fatto degli errori, dovrà risponderne. Se questo è in contrasto con i valori e la posizione della Cgil, si prenderanno i provvedimenti del caso. Ma questo non può mettere in discussione l'autorevolezza e l'onestà delle organizzazioni sindacali. È importante che il governo rafforzi e investa nei controlli perché in questo paese i problemi ci sono e sono molto seri. Che facesse assunzioni e potenziasse l'Ispettorato del lavoro».

Insomma, con i furbetti se la veda Di Maio.

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