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Marò, la farsa dell'arbitrato

Il governo Renzi lo ha già annunciato una decina di volte. Ma per i nostri fucilieri non è cambiato nulla 

Marò, la farsa dell'arbitrato

Palazzo Chigi aveva annunciato la «determinazione» di imboccare la strada dell'internazionalizzazione del caso marò il 24 febbraio. Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, due mesi dopo confermava che il governo italiano aveva «intrapreso la via dell'arbitrato internazionale». In giugno, però, faceva marcia indietro spiegando che era meglio un'intesa con l'India. Il 3 ottobre erano di nuovo «pronti tutti gli atti per l'arbitrato». Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ci ha fatto sapere mercoledì che «non possiamo escludere l'avvio pratico dell'arbitrato». Ma non l'avevamo già lanciato? L'ex ministro degli Esteri, Federica Mogherini, che oggi rappresenta l'Europa, aveva dichiarato soddisfatta il 25 aprile: «L'avvio delle procedure per l'arbitrato internazionale è una buona notizia».

Quando il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il 15 novembre incontrò il premier indiano, Narendra Modi, al G20 in Australia sembrava, però, aver già dimenticato l'arbitrato. Le dichiarazioni di quest'anno del governo sono un cocktail schizofrenico di annunci, marce indietro e soluzioni in tasca.

Il risultato è che dopo mille giorni, il caso marò è sempre al punto di partenza.

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