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Osservatorio Tav addio da 100 milioni Appendino in crisi

Neanche il tempo di arrivare a Palazzo Civico e Chiara Appendino deve già fare i conti con il fuoco amico

Osservatorio Tav addio da 100 milioni Appendino in crisi

dal nostro inviato a Torino

Neanche il tempo di arrivare a Palazzo Civico e Chiara Appendino deve già fare i conti con il fuoco amico. «Abbiamo messo una cannonata di sabbia negli ingranaggi delle grandi opere. La Tav si può bloccare, la Appendino non ci tradirà», - aveva detto a Repubblica Alberto Perino, leader storico dei No Tav. E in effetti il primo cittadino potrebbe abbandonare il tavolo dell'Osservatorio.

Una questione che molti analisti hanno liquidato in due righe: se ne andrà senza rimetterci niente, perché tanto la Tav va avanti. Ma l'Osservatorio Torino-Lione, prima presieduto da Mario Virano e oggi da Paolo Foietta, non è solo un biglietto da visita dell'opera ma è anche un distributore di risorse. Non poche, perché le cosiddette «opere di compensazione» di solito valgono fra il 2 e il 5 per cento di quel che si sta costruendo. E si capisce che il grande no dell'Appendino potrebbe costare caro, molto caro.

«Naturalmente - spiega Mario Virano, ex numero uno dell'Osservatorio e oggi alla testa di Telt( Tunnel Europeen Lyon -Turin) - non c'è un automatismo, ma è chiaro che se uno non vuol saperne di stare seduto a dialogare, si prenderà anche la responsabilità di rifiutare quel che dal confronto può arrivare».

Questione spinosa ma a molti zeri. Il progetto iniziale, poi in parte accantonato e dilazionato nel tempo, prevedeva circa 2 miliardi di investimenti per Torino. Poi il budget si è ridotto drasticamente, si calcola che nei prossimi anni verranno spalmati sulla città interventi per circa 200 milioni. Su questa cifra dovrebbe essere calcolato il gruzzoletto a disposizione del sindaco. Per Paolo Foietta «il tesoretto non dovrebbe superare i 10 milioni». Altre fonti danno invece un totale molto più alto, anche se ci vorranno molti anni, decenni, per realizzare tutto quello che è stato disegnato sulla carta. In questo caso, Appendino metterebbe in tasca un assegno compreso fra i 40 e i 100 milioni. Solo la Gronda Merci, l'attraversamento sotterraneo della città da Grugliasco a Settimo Torinese, vale più di un miliardo.

Insomma, i soldi da infilare nei salvadanai del Comune potrebbero lievitare a 50 milioni se non di più. Addirittura 100 nell'ipotesi più ottimistica. Per Appendino un «No» potrebbe essere un problema specie oggi che i denari arrivano con il contagocce. «A Chiomonte, in Val di Susa - aggiunge Foietta - con i soldi delle compensazioni stiamo portando il metano e a Susa copriremo il teatro, anche se il nuovo sindaco Sandro Plano (No Tav, ndr) ha bocciato un progetto più ambizioso. Le infrastrutture faranno di Torino una sorta capitale del trasporto merci.

Non credo che Appendino possa buttare via un'opportunità del genere».

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