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"La pace fiscale per i debiti fino a 500mila euro"

Il vicepremier non vuole intervenire solo sulle sanzioni ma anche sul capitale. Taglio alle accise

"La pace fiscale per i debiti fino a 500mila euro"

Roma - No, non sarà un condono, dice Matteo Salvini, e nemmeno una rottamazione: per carità, una parola dal suono così renziano. E poi, quel tipo di provvedimenti «ereditato dai governi passati toglie alle caselle esattoriali sanzioni, more, interessi; però se uno non ha quarantamila euro da pagare non ne ha nemmeno trentacinquemila». No, quello che ha in mente Palazzo Chigi «è un intervento a gamba tesa». La pace fiscale, spiega il vicepremier, riguarderà tutti i debiti fino a 500mila euro e sarà una misura «a saldo e stralcio», non solo su interessi e sanzioni ma anche sul capitale. Salvini rilancia pure sulle pensioni. «Siamo partiti da 62 anni più 38 anni di contributi, l'obiettivo è di scendere e di arrivare a quota 41 pulita».

La riforma, uno dei cavalli di battaglia del Carroccio durante la campagna elettorale, è ancora in cantiere e prima di essere presentata subirà forse alcune modifiche. Tuttavia dev'essere a buon punto se Salvini decide di anticiparne i dettagli a radio Rtl. «La pace fiscale che voglio portare fino in fondo - racconta - interessa alcuni milioni di italiani costretti a vivere da fantasmi». Non gli evasori, precisa, piuttosto gente «che ha compilato la dichiarazione dei redditi, non quelli che non l'hanno fatta e poi hanno quattro Ferrari». Si tratta insomma di «persone oneste, che hanno rilasciato la dichiarazione - e poi il negozio gli è andato male, e hanno dovuto aiutare il figlio che ha perso il lavoro, e la crisi, e quello che volete - e che adesso si portano dietro una cartella esattoriale che non riusciranno mai a pagare». Conclusione: «Io voglio intervenire non solo sulle more e sulle sanzioni ma sul capitale».

Il vicepresidente del Consiglio fa un esempio concreto. «Se, tanto per capirsi, tu hai un debito ottantamila euro con il fisco, non è che se te ne chiedo settanta rateizzati tu riesci a restituirmeli. Se invece te ne chiedo il quindici per cento, io Stato incasso quello che non avrei mai incassato e tu torni a lavorare e a pagarci pure le tasse sopra». Dunque, «si parla di uno sconto reale».

Poi spazio anche al capitolo delle tasse sulla benzina. L'obbiettivo è molto ambizioso: «Ho chiesto di mettere in manovra il primo taglio delle accise nella storia dei governi italiani». Quando? «Ho chiesto di prevedere l'intervento già adesso, partendo almeno dalle imposte più remote, come quelle sulle guerre. «Il mio intento è di realizzare una sforbiciata per un importo intorno ai 250 milioni di euro».

Quanto poi alla flat tax, finora piuttosto timida per motivi di bilancio, «siamo soltanto all'inizio perché non abbiamo la bacchetta magica: quest'anno abbiamo cominciato per le partite Iva fino a 65mila euro di fatturato, l'anno prossimo voglio crescere a 80mila euro e intervenire sui dipendenti e sull'Irpef».

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