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Pace fiscale, Di Maio: "Non votiamo condoni"

Il capo politico del Movimento: "Il M5s non è disponibile a votare alcun condono". Poi avverte Brambilla sulle pensioni minime

Pace fiscale, Di Maio:  "Non votiamo condoni"

Le parole del professor Alberto Brambilla sono state abbastanza chiare. Il tecnico vicino alla Lega che di fatto è in prima linea sul dossier pensioni ha definito gli assegni di cittadinanza "una vera e propria follia". Il punto è molto delicato. Da un lato c'è il governo, sponda grillina, che chiede i tagli agli assegni d'oro per finanziare le minime a 780 euro, dall'altra c'è una parte della Lega che si dice contraria alle sforbiciate in modo netto sugli assegni. Salvini sulle parole di Brambilla ha tagliato corto tendendo la mano a Di Maio e sottolineando che proprio il taglio degli assegni e una rivisitazione del sistema previdenziale sono nel contratto di governo. E su questa linea si è schierato anche l'altro vicepremier, Di Maio che intervenendo via Facebook ha sottolineato qual è l'obiettivo primario del Movimento: "Brambilla parla a titolo personale. La pensione di cittadinanza è nel contratto di governo e lo sappiamo sia noi che la Lega". Parole chiare che di fatto lasciano intendere come sul fronte pensioni si giocherà molto probabilmente la partita più dura dell'esecutivo. La pensione di cittadinanza e il taglio agli assegni sono legati. I Cinque Stelle individuano nelle sforbiciate il principale serbatoio da cui attingere risorse per finanziare gli assegni delle minime che verranno alzati a 780 euro. Specularmente alla partita sulle pensioni c'è quella del Fisco.

La Lega più di una volta ha avanzato l'ipotesi di una pace fiscale. Una mossa questa che di fatto crea non poche difficoltà all'interno dei Cinque Stelle che da sempre si dicono contrari a forme di "condono". E questo concetto è stato ribadito dallo stesso Di Maio: "Il M5s non è disponibile a votare alcun condono. Quindi se stiamo parlando di pace fiscale, di saldo e stralcio siamo d'accordo. Se invece parliamo di condoni non siamo assolutamente d'accordo". Infine in questa partita vanno registrate anche le parole del ministro del Tesoro, Giovanni Tria: "Regolare i conti delle nostre pensioni future lucrando sulle badanti o altre cose di questo tipo non mi pare un approccio volto a risolvere i veri problemi. Loro pagano contributi che non vengono riscossi dall’Inps".

Insomma il nodo previdenziale diventa sempre più spinoso per l'esecutivo e bisognerà attendere ancora per capire quale sarà il piano che il governo metterà sul campo.

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