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Padoan chiede l'eurosconto. "Così risparmio 9 miliardi"

Il ministro dell'Economia scrive a Moscovici e spiega: "Al successore voglio lasciare i conti pubblici in ordine"

Padoan chiede l'eurosconto. "Così risparmio 9 miliardi"

Roma - Pier Carlo Padoan chiede lo sconto alla Commissione europea. Mentre il governo a Roma è alle prese con le trappole politiche della manovra 2017 (maggioranza in bilico al Senato), il ministro dell'Economia ha ufficialmente avviato le trattative per la legge di Bilancio 2018. Un gesto molto politico, visto che ancora non si sa chi firmerà la prossima «finanziaria» e anche una mossa importante nei rapporti con Bruxelles, destinata a condizionare le scelte di chi verrà poi.

In una lettera indirizzata al vicepresidente Valdis Dombrovskis e al commissario agli Affari economici e monetari Pierre Moscovici, Padoan chiede che l'aggiustamento del deficit concordato passi dallo 0,8% del Pil, allo 0,3%. Una differenza di mezzo punto che corrisponde a uno sconto da 9 miliardi di euro. La motivazione del ministro è permettere al governo italiano di proseguire «nella politica economica che tra 2014 e 2017 ha assicurato una costante riduzione» del deficit e del debito e anche di sostenere l'economia.

L'aggiustamento strutturale, quello che tiene conto del sentiero stretto sul quale si muovono le scelte di politica economica, tra bassa crescita e rispetto dei vincoli europei, permetterebbe di alleggerire l'impegno dell'Italia per neutralizzare le clausole di salvaguardia, quindi gli aumenti di Iva e accise, da 15 miliardi a circa 6-7 miliardi.

La spiegazione ufficiale di Padoan è che vuole preparare al meglio il terreno per il prossimo governo. «Il mio obiettivo personale come ministro delle Finanze in carica ma anche come membro di un governo che fra qualche mese sarà rimpiazzato da un altro governo è lasciare in ogni caso le finanze pubbliche nel migliore stato possibile, in piena sicurezza, e lasciare a disposizione di chi farà la manovra spazi di bilancio forse migliori di quelli che si potevano pensare sarebbero stati qualche tempo fa».

Ma non è esattamente così. Nello sconto chiesto da Padoan non è compresa copertura per eventuali altre misure, come il taglio del cuneo fiscale o riduzioni fiscali, né spesa pubblica extra. Andranno trovati 7 miliardi per l'Iva e ogni nuova misura dovrà essere coperta, con tagli alla spesa o altri aumenti fiscali. Non chiedendo margini di spesa a Bruxelles. La lettera sarà valutata al prossimo Ecofin, ma già ieri Moscovici ha detto che l'Ue non farà niente per danneggiare la crescita dell'Italia. Dai «falchi», contrari a concedere sconti, nessun commento.

Per Padoan, è stata comunque una «giornata positiva». Un po' per le novità su Monte dei Paschi, ma anche per i dati Istat sulla crescita. Nel primo trimestre dell'anno il Pil è salito oltre le previsioni. L'obiettivo del governo di centrare un Pil a più 1,1% non è impossibile. Una buona notizia anche sul fronte dei conti pubblici.

Mercoledì a Porta a Porta, il segretario Pd Matteo Renzi aveva annunciato dati positivi sul «debito/Pil». Un annuncio poco rituale, ma significativo. Renzi è a caccia di dati positivi che possano allontanare i timori di Bruxelles e, soprattutto, dei mercati, rispetto alle elezioni anticipate. Renzi si prepara comunque al voto. E resta dell'opinione che sia meglio fare firmare la legge di Bilancio a Padoan e Gentiloni. Non a caso mercoledì ha ricordato che, dopo il voto, durante le consultazioni, rimane in carica l'esecutivo attuale. Dopo si aprirà un altra fase.

Renzi spera di essere nella plancia di comando, con i conti a posto e una ripresa che comincia a farsi sentire.

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