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Padoan crede all'assist dei mercati. Il premier ha fretta sul salvataggio

Palazzo Chigi smentisce le voci sulle forzature alle regole Ue e allerta Atlante. Ma il tempo gioca contro l'esecutivo

Padoan crede all'assist dei mercati. Il premier ha fretta sul salvataggio

Roma - La Finanziaria è lontana, il 29 luglio si attendono i risultati degli stress test e il governo ha fretta di preparare un salvagente per le nostre banche in difficoltà. Non si esclude la manovra di ottobre ma nell'immediato Palazzo Chigi pensa a un Atlante bis. Il fondo Atlante, studiato apposta per i crediti in sofferenza e per gli aumenti di capitale, e finanziato per oltre 4 miliardi dalle stesse banche e dalla Cassa depositi e prestiti, è già stato parzialmente svuotato per il salvataggio di Popolare Vicenza e Veneto banca. E dunque andrebbe rimpolpato. Almeno con 10 miliardi, sebbene i tecnici del Mef non si sbilancino sulle cifre.

Non ha fatto in tempo a ricevere il via libera Ue, per poter assicurare garanzie pubbliche alle banche quando queste raccolgono liquidità sul mercato, che il governo Renzi si è subito messo a lavoro su altre misure a sostegno dei nostri istituti di credito. Misure che dovrebbero «scudare» molto di più dello scudo da 150 miliardi. E quando il premier, in queste ore, parla di crescita e dice che questa Europa così com'è non va, c'è chi ci legge con malizia anche il suo tentativo in atto per ottenere da Bruxelles l'apertura a interventi a sostegno delle banche in difficoltà. Difficoltà contro cui lo scudo può far poco quando queste si chiamano sofferenze e aumenti di capitale. L'argomento è stato al centro del faccia a faccia di sabato tra il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e il premier. Renzi ha fretta, vuole cominciare da subito le trattative in Europa. Perché se per le sofferenze non serve il via libera Ue, per gli aumenti di capitale la situazione è diversa. Padoan è più prudente e guarda al mercato sperando in soluzioni alternative. A quel mercato a cui, a onor del vero, giura e dice di guardare anche Renzi. Salvo appunto crisi sistemiche per cui sarebbe pronto «a sfidare la Ue a iniettare unilateralmente miliardi di euro nel suo sistema bancario» come gli attribuisce il Financial Times.

E alla fine, questa l'opinione dei più, l'aiuto pubblico si renderà necessario per risollevare le sorti di banche in difficoltà come nel caso del Monte dei Paschi di Siena. Che, si scommette sin da ora, non passerà lo stress test. Ma anche Unicredit è attesa a una prova importante di aumento di capitale. Dove trovare allora i soldi? E in quale sede? La sede più appropriata dunque sembra essere al momento il fondo Atlante, la Finanziaria a ottobre rimane possibile ma al momento lontana.

Renzi sa, tra le altre cose, che ulteriori misure a favore delle banche potrebbero essere impopolari alla vigilia del referendum sulla riforma costituzionale.

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