Economia

Padoan mette le mani avanti Tira già aria di manovra bis

Il ministro dell'Economia rivede i suoi dati: "A causa del terrorismo la crescita dello 0,9% è a rischio". Brunetta attacca: "Parigi non c'entra, hanno sbagliato tutto"

Padoan mette le mani avanti Tira già aria di manovra bis

«Il clima seguito ai terribili fatti di Parigi è negativo e questo potrà avere effetti sulla ripresa». Quando il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan parla non lo fa mai per caso. Se rilascia interviste significa che sta cercando di limitare l'ipertrofia del premier Matteo Renzi. Ieri ha affidato il suo pensiero al Corriere della Sera. Prudenza, molto poco renziana, su tutti i fronti, a partire dalle previsioni di crescita. Nei documenti ufficiali del governo alla voce crescita del Pil nel 2015 c'è uno 0,9%. «Non è un obiettivo, è una previsione. E quando si fa una precisione c'è sempre il rischio di doverla rivedere al rialzo o al ribasso», spiega il ministro. Poi precisa, a proposito dell'allarme terrorismo, «degli effetti sono possibili, ma al momento non abbiamo elementi concreti che ci inducano a rivedere quella cifra». La sostanza è: il governo non si impegna su quella cifra. E il ministero dell'Economia non è responsabile di quella previsione, considerata troppo ottimistica da molti osservatori oltreconfine. Ieri nel pomeriggio, il ministero dell'Economia ha ribadito che «al momento non abbiamo elementi concreti che ci inducano a rivedere» la previsione del Pil 2015. Precisazione obbligata, visto che l'uscita del ministro è stata letta come un mettere le mani avanti non solo per l'anno in corso, ma anche per il 2016. Quando andranno a bilancio tutte le misure previste dalla legge di Stabilità, che è ancora appesa al via libera della Commissione europea. L'Italia ha chiesto di attivare tutte le clausole di flessibilità previste dai patti europei. Se Bruxelles dovesse dire no, «ci adegueremo», assicura Padoan. Tradotto, andranno cercate altre coperture. Quindi una manovra correttiva. L'uscita di Padoan non è piaciuta Matteo Renzi. Il premier ha letto l'intervista mentre era in volo per Bruxelles per il vertice con la Turchia e ha subito replicato: «Stanno ripartendo i consumi interni dopo tanto tempo. La preoccupazione è che il clima che si è venuto possa bloccare questo percorso. Insieme a Pier Carlo io sono assolutamente convinto che l'Italia potrà dare un messaggio positivo di ripartenza. Non sottovalutiamo niente, ma non credo che il consumatore e il cittadino italiano debbano rinchiudersi in casa». Nel team Renzi è vietato essere pessimisti e anche preoccuparsi degli «zero virgola», Ma tra previsioni del Pil sempre più incerte (e quindi obiettivi su deficit e debito a rischio) e la diffidenza sempre più evidente delle istituzioni europee nei confronti dell'Italia (la cura lacrime e sangue a danno di azionisti e obbligazionisti imposta dall'Europa per il salvataggio delle quattro banche commissariate è una cartina di tornasole in questo senso), la possibilità di una manovra correttiva evocata dalle opposizioni prende sempre più quota. Anche perché la situazione era deteriorata anche prima degli attacchi terroristici alla Francia. «Lo sapeva pure Padoan, prima di presentare» le nuove cifre del Def in settembre, spiega il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta. Nonostante la situazione suggerisse prudenza, il governo «ha impostato la legge di Stabilità tutta in deficit».

Inutile a questo punto un'intervista riparatrice.

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