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Ma a Padova c'è un giudice Assolto il tabaccaio che sparò

Birolo era stato condannato per l'uccisione di un ladro

Ma a Padova c'è un giudice Assolto il tabaccaio che sparò

Tabaccaio sparò al ladro. Assolto perché il fatto non costituisce reato. Dopo i recenti fatti di Lodi, dove un ristoratore ha sparato e ucciso un ladro, un romeno di 28 anni, durante un tentativo di furto, questa sentenza, pronunciata ieri dalla Corte d' Appello di Venezia, è più esemplare che mai. Sono le 19.15 di ieri sera quando per Franco Birolo, il tabaccaio di Civè di Correzzola, nel padovano, è finito l'incubo. Lui nella notte tra il 25 e il 26 aprile 2012 aveva sparato a un ladro moldavo entrato nel suo negozio, ammazzandolo con un colpo di pistola, regolarmente detenuta.

In primo grado il tabaccaio 51 enne era stato condannato a due anni e otto mesi di reclusione, oltre al risarcimento dei danni patiti dalla madre e dalla sorella della vittima Igor Ursu, quantificati in 325 mila euro. E la sentenza emessa poco più di un anno fa, dal tribunale di Padova, dopo il dibattimento, aveva acceso e scatenato furiose polemiche. Anche se il pubblico ministero Benedetto Roberti aveva chiesto l'assoluzione dell'imputato dall'accusa di eccesso colposo di legittima difesa, il giudice Beatrice Bergamasco lo aveva condannato.

Una sentenza che fece finire il giudice sotto sorveglianza perché bersagliata da insulti e minacce, soprattutto dal popolo del web. Contro la decisione del giudice si erano schierati, anche a mezzo di manifestazioni e proteste accese, vari schieramenti politici: Lega Nord, Forza Italia, Indipendenza Veneta, Fratelli d' Italia e Forza Nuova. A difendere invece l'operato e la scelta del giudice era scesa in campo l' Associazione nazionale magistrati. È per questo che ieri le porte di Palazzo Grimani, sede delle aule dove si tengono le udienze penali della Corte d' Appello di Venezia, erano strettamente sorvegliate e controllate. Un processo infatti, quello del secondo grado del tabaccaio, ritenuto molto sensibile per l'opinione pubblica. Il difensore dell'imputato Luigino Martellato aveva proposto l'appello ritenendo che il suo assistito abbia agito per legittima difesa. Ed era stato lo stesso procuratore Paolo Luca a chiedere l'assoluzione.

Un'assoluzione ora arrivata.

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