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«Padre Jacques è un martire ed è già beato» Il Papa celebra il prete sgozzato dai terroristi

Serena Sartini

La foto di padre Jacques campeggia sull'altare della cappella di Casa Santa Marta. Un gruppo di 80 pellegrini francesi, accompagnati dal vescovo di Rouen, partecipa alla messa che Papa Francesco ha deciso di celebrare in memoria di padre Hamel, il sacerdote francese sgozzato mentre diceva messa nella parrocchia di Saint-Etienne-du-Rouvray da due giovani terroristi francesi di origini maghrebine, lo scorso 26 luglio.

«Uccidere in nome di Dio è satanico»: usa parole forti, Jorge Mario Bergoglio, per condannare l'assassinio del religioso e di tutti i cristiani perseguitati nel mondo. Padre Jacques era «un uomo mite, un uomo buono, un uomo che cercava fratellanza», dice il Pontefice, e anche nell'ultimo istante della sua vita «non ha perso la lucidità di accusare e dire chiaramente il nome dell'assassino, dicendo Vattene, Satana'». «Quanto mi piacerebbe aggiunge Francesco in una celebrazione commovente - che tutte le confessioni religiose dicessero che uccidere in nome di Dio è satanico. Padre Jacques è stato sgozzato nella croce, proprio mentre celebrava il sacrificio della croce di Cristo.

Per il Pontefice argentino, il sacerdote francese assassinato al grido di «Allah Akbar» è un martire. «È un martire e i martiri sono beati dice senza giri di parole Francesco - dobbiamo pregarlo, che ci dia la mitezza, la fratellanza, la pace e anche il coraggio di dire la verità: uccidere in nome di Dio è satanico». Il vescovo di Rouen, monsignor Dominique Lebrun, conferma quanto annunciato da Bergoglio. «Alla fine della messa racconta il presule il Papa mi ha detto: Esponi questa foto perché lui adesso è beato. E se qualcuno ti dice che non puoi, rispondi che ti ha autorizzato il Papa'».

La sorella del sacerdote, Rosine Hamel, aggiunge: «I nostri fratelli musulmani pregano il Dio che è il nostro Dio: un Dio di amore e tolleranza. È certo che questi giovani hanno assassinato mio fratello in nome di un Dio che non è il Dio dell'islam e del cristianesimo». Tra i fedeli della diocesi di Rouen «c'è paura», racconta il vescovo francese, ma «al tempo stesso devo dire che c'è più gente a messa. Come dice il Papa, bisogna avere coraggio».

Il breviario del prete francese sarà deposto questa sera nel reliquiario dei nuovi martiri, nella chiesa di San Bartolomeo sull'Isola Tiberina.

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