Cronache

Il paese che paga tutto a chi salva la bottega

A Scagnello unico spaccio a rischio: "Locali gratis e niente tributi per gestirlo"

Il paese che paga tutto a chi salva la bottega

Nadia MuratoreScagnello (Cuneo) «Piuttosto che chiudere l'unico negozio di alimentari del mio paese, sono disposto a non far pagare affitto né tasse a chiunque decida di riattivare l'attività». Ivo Borgna, sindaco di Scagnello comune del Cuneese di 197 anime, in Piemonte si gioca la sua ultima carta per arginare la «desertificazione» che da anni attanaglia i piccoli centri di montagna, dal Nord al Sud d'Italia. L'unica bottega - di quelle tipiche di questi mini paesi, dove tra gli scaffali trovi un po' di tutto ha tirato giù la serranda a dicembre dell'anno scorso. La commerciante che la gestiva, ha trovato un altro lavoro e dopo cinque anni di attività, ha salutato e ha chiuso. Per tutto questo periodo chi ha avuto bisogno di comprare il latte, il pane, piuttosto che il prosciutto, ha dovuto recarsi in altri paesi. «Il comune più vicino prosegue Borgna - si trova ad oltre tre chilometri di distanza. Non sono molti, ma diventano un problema per una popolazione come quella di Scagnello che è prevalentemente anziana, non guida l'auto, soprattutto d'inverno e non può neppure usufruire di un trasporto pubblico quotidiano. Ci si organizza tra vicini e chi può fa la spesa per tutti, ma non è semplice. Inoltre la bottega del paese riveste anche un ruolo sociale, è un punto di incontro, dove si scambiano due chiacchiere». Da qui scatta l'offensiva del primo cittadino: per un periodo illimitato, il Comune è disposto a concedere un locale di sua proprietà, nel centro del paese che è già adibito a bottega, in quanto ha un frigo ed un bancone, il tutto perfettamente a norma. Affitto pari a zero e azzerate anche le tasse comunali.

Da pagare ci sarebbero solo le bollette della luce ma tra poco, per abbattere ancor di più i costi, sul tetto dello stabile saranno installati dei pannelli fotovoltaici, sempre a spese del Comune. «Ci sono molti giovani che non trovano lavoro e anche tante persone di mezza età che hanno perso l'occupazione. Bene, questa potrebbe essere una buona opportunità. Certo, il giro d'affari non sarà altissimo ma noi, come Comune, siamo disponibili a ogni agevolazione. La licenza permette di fare servizio bar e sarebbe l'unico in tutto il paese». E a chi fa notare che Scagnello non è facilmente raggiungibile da chi vive altrove e dovrebbe aprire bottega tutti i giorni, il sindaco Borgna risponde: «Abbiamo pensato anche a questo. Proprio sopra il negozio c'è un alloggio, sempre di proprietà comunale, già arredato. Come Comune siamo disponibili a concedere, a titolo gratuito, anche l'utilizzo della casa. Così, per raggiungere la bottega, ci sarebbero da fare solo alcune rampe di scale». Si parla spesso di fermare l'emorragia che svuota i piccoli comuni italiani e l'iniziativa di Scagnello potrebbe essere un modo valido per non far scappare i residenti verso città più grandi. «Purtroppo vivere qui è sempre più difficile spiega Bruno -. Non c'è lavoro, i bar hanno chiuso, mancano le scuole ed anche il prete viene solo a dir messa la domenica. Ai miei tempi in una sola classe si arrivava fino a venti bimbi, ogni frazione aveva l'osteria e la fabbrica della legna garantiva lavoro ad almeno una cinquantina di persone. D'estate i turisti della Liguria affittavano le loro case al mare e passavano le vacanze qui, dove gli affitti erano più bassi, l'aria molto più fresca ed il cibo ottimo.

E tutte le domeniche partiva la sfida a palla a pugno nella piazza del paese tra scagnellesi e forestieri».

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