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Paghiamo 45,5 miliardi di imposte patrimoniali. E c'è chi ne chiede altre

Monito della Cgia di Mestre a Ocse e Fmi: "Ben 15 tasse di possesso oltre Imu e Tasi"

Paghiamo 45,5 miliardi di imposte patrimoniali. E c'è chi ne chiede altre

Le richieste avanzate di recente all'Italia da parte dell'Ocse e dell'Fmi circa un incremento del prelievo fiscale sui patrimoni e sui beni per ridurre il carico sul lavoro non tiene conto di un dato di fatto. Gli italiani già versano al fisco oltre 45,4 miliardi di euro di imposte patrimoniali. Si tratta degli ultimi dati verificati relativi al 2016 e ricordati ieri dalla Cgia di Mestre che ha sottolineato come in poco più di 25 anni l'incidenza delle imposte sul Pil sia raddoppiata dall'1,3% del 1990 al 2,7% del 2016. In termini assoluti il gettito è aumentato di cinque volte passando da 9,1 miliardi a 45,5 miliardi.

Occorre anche sottolineare come il gettito sia in leggero calo per effetto dell'abolizione dell'Imu e della Tasi sulla prima casa e dell'Imu sugli imbullonati. Le entrate da imposte patrimoniali sono scese dai 48,3 miliardi del 2015 ai 45,5 dell'anno successivo. Ocse e Fmi chiedono, appunto, di reintrodurre quel prelievo e, se necessario, di incrementarlo. Analogamente, è probabile che anche a maggio quando la Commissione Ue darà il proprio giudizio definitivo sulla politica di bilancio del nostro Paese farà propri quei richiami considerato che il rapporto debito/Pil resta ancora molto elevato, poco sotto il 130 per cento.

Eppure, ricorda il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo, «sono una quindicina le imposte patrimoniali in Italia, anche se Tasi e Imu garantiscono quasi la metà del gettito complessivo» di ben 21,2 miliardi di euro. Seguono le imposta di bollo (6,8 miliardi di euro) he includono anche il prelievo annuale di 34,20 euro sui conti correnti con depositi superiori i 5 mila euro, quello del 2 per mille sugli strumenti finanziari e il bollo auto. Poi il bollo auto (6,6 miliardi di euro), l'imposta di registro (5,1 miliardi di euro), il canone Rai (2,1 miliardi) e l'imposta ipotecaria (1,6 miliardi).

Per comprendere ancora meglio l'iniquità in sé delle imposte patrimoniali bisogna sottolineare il fatto che esse sono quasi tutte catalogabili come imposte dirette, cioè colpiscono direttamente il possesso di un bene come un immobile, un automobile o lo stesso televisore o il pc per i quali paghiamo il canone Rai in bolletta giacché lo stato presuppone che ne siamo possessori. Si può parlare di iniquità perché si presuppone che l'acquisto di quei beni sia avvenuto dopo aver pagato le tasse sul proprio reddito, cioè utilizzando i nostri risparmi. Lo Stato con le patrimoniali ci tassa, perciò, due volte presupponendo che siamo ricchi in quanto possediamo qualcosa.

Talvolta le patrimoniali si declinano anche sotto forma di imposte indirette colpendo il passaggio di un bene. È il caso dell'imposta sulle successioni e sulle donazioni (736 milioni di euro nel 2016) e della Tobin Tax sulle transazioni finanziarie (400 milioni).

E anche la recente circolare delle Entrate sull'obbligo di denuncia di bitcoin e altre criptovalute (stante l'imposta al 26% su eventuali plusvalenze) lascia comunque pensare che ci sia tanta voglia di patrimoniale.

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