Politica

Palazzo Chigi nella bufera: finanzia la prostituzione gay

L'Unar (dipendente dalla Boschi) dà 55mila euro di fondi «culturali» a una rete di club dove si fa sesso a pagamento

Massimo Malpica

Roma Palazzo Chigi finanzia festini e prostituzione gay? Un servizio delle Iene apre spaccati inquietanti sui fondi gestiti dall'Unar, l'ufficio antidiscriminazioni, diretto da Francesco Spano e che fa capo alle Pari opportunità del sottosegretario Maria Elena Boschi. Proprio a Spano la Iena Filippo Roma chiede conto di 55mila euro concessi all'Associazione nazionale contro le discriminazioni da orientamento sessuale, l'Anddos. La soffiata è di una fonte anonima, che rivela alle Iene come molti dei circoli affiliati Anddos sarebbero in realtà centri massaggi con saune e dark room alla ricerca di una mera agevolazione fiscale, e non certo centri di informazione o servizi. E nelle immagini «rubate» dalle Iene all'interno di un paio di circoli romani, in effetti, si vedono avventori fare sesso anche estremo all'interno dei locali, e si sentono distintamente due diversi massaggiatori, dipendenti di circoli affiliati, offrire ai clienti servizi accessori - e sessuali - per un sovrapprezzo. In altre parole, pronti a prostituirsi. Il tutto dentro circoli nei quali l'ingresso è consentito previo tesseramento con l'Anddos.

A vedere il servizio, insomma, vien da pensare che con i soldi dello Stato si finanzi senza controlli concreti un allegro network del sesso gay diffuso capillarmente in ogni città d'Italia, con l'appendice penalmente più rilevante della prostituzione. E quando la «Iena» Roma approccia il direttore dell'Unar, i cattivi pensieri non svaporano. «Stiamo a quello che ci dichiara lo statuto delle associazioni», spiega difensivo Spano, aggiungendo che l'unica verifica dei requisiti di chi partecipa ai bandi è un controllo «cartaceo e formale su quanto dichiarato». Un po' come alzare le mani e ammettere di non sapere se poi chi prende soldi da Palazzo Chigi li spende per il progetto presentato o, invece, per attrezzare dark room sadomaso, glory hole e sale massaggi tra virgolette. Tant'è che ieri Spano - che per le Iene sarebbe pure socio Anddos e quindi in conflitto d'interesse - è corso dalla Boschi a dimettersi.

L'Unar comunque distribuisce ben più dei 55mila euro dati all'Anddos: il solo bando per «azioni positive» contro le discriminazioni valeva 990mila euro. Nel merito dei 55mila, l'Anddos rivendica la bontà del progetto. «L'abbiamo presentato insieme all'università della Sapienza - spiega la portavoce, Cristina Calzecchi Onesti - e la somma, ancora non erogata, serve a potenziare il nostro Centro ascolto e antiviolenza. Nemmeno un euro di soldi pubblici finanzierà dark room o massaggi: noi per primi in passato abbiamo segnalato alla procura casi di prostituzione tra i nostri affiliati, e siamo attentissimi su droga e minorenni. Certo - conclude - con 200mila soci e un'ottantina di club affiliati non possiamo controllare tutti». E certo le «dark room» fioriscono, tra i circoli Anddos come tra quelli del «gigante» Arcigay (del quale anche l'Anddos era una costola). Arcigay, per inciso, è tra i beneficati Unar: Arci, Arcigay e Arcigay Roma nel «solito» bando hanno incassato 170mila euro. La vera beffa, però, è che molti di questi luoghi che tra (poche) iniziative culturali e (molta) trasgressione dovrebbero combattere le discriminazioni, invece la praticano.

Nel modo più becero e arcaico: proibendo l'ingresso alle donne.

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