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Palermo, arrestato un consigliere comunale: era l'ambasciatore dei padrini

In manette il consigliere comunale Giuseppe Faraone: chiedeva soldi agli imprenditori per conto dei boss. Alle regionali era stato candidato nella lista del governatore Crocetta

Palermo, arrestato un consigliere comunale: era l'ambasciatore dei padrini

Mafia, estorsioni e rapine. La Palermo violenta al centro della maxi operazione "Apocalisse 2" condotta dai militari del Nucleo investigativo dei carabinieri e del Nucleo speciale di Polizia valutaria della Guardia di Finanza e da agenti della Squadra Mobile. Tra le 27 persone arrestate nel capoluogo siciliano c'è anche l'ambasciatore dei padrini, il consigliere comunale Giuseppe Faraone che alle ultime elezioni regionali si era presentato nella lista del governatore Rosario Crocetta.

Numerose vittime sono uscite dall'omertà e hanno ammesso di essere state costrette a pagare il pizzo. Grazie a loro gli inquirenti sono riusciti a far saltare un pericolosissimo giro di estersioni. Tra gli arrestati anche un consigliere del Comune di Palermo, che deve rispondere di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Alle ultime elezioni regionali Faraone, 69enne con un passato nell'Udc, era stato candidato nella lista "Il Megafono", il movimento di Crocetta, e aveva ottenuto 2.085 voti risultando il primo dei non eletti. In campagna elettorale si definiva "paladino della legalità". Poi, però, andava ad abbracciare uno dei boss più in vista della città, Francesco D'Alessandro.

L’indagine è il frutto di sviluppi investigativi del primo segmento dell’operazione "Apocalisse", che il 23 giugno scorso aveva portato a 95 arresti, con la scoperta dei capi e degli affiliati dei mandamenti di Tommaso Natale e di San Lorenzo. Tra i boss arrestati allora, Girolamo Biondino, fratello di Salvatore, autista di Totò Riina, e Vito Galatolo. Quest’ultimo si era subito pentito e aveva iniziato a collaborare con gli inquirenti. È lui che ha parlato del progetto di attentato contro Nino Di Matteo, uno dei pm del processo per la trattativa Stato-mafia.

Oltre a Faraone, eletto a Palazzo delle Aquile con la lista fai da te "Amo Palermo", sono finite in manette altre 26 persone, accusate di essere i nuovi boss del pizzo altre 26 persone, tutte accusate di essere i nuovi boss del pizzo.

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