Cronache

Il pane quotidiano? Scarso e fuorilegge

Blitz dei Nas nei laboratori: il 44% è irregolare. Molte le carenze igieniche

Il pane quotidiano? Scarso e fuorilegge

Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Purché prodotto come dio comanda. E non dai panifici fuorilegge scoperti ieri dai Nas dei Carabinieri. Che nel corso di 833 controlli in tutta Italia hanno scoperto irregolarità nel 44 per cento dei casi. A volte amministrative ma altre di carattere igienico. Un'alba di fuoco che ha portato ad accertare 578 violazioni, a sequestrate 40.400 kg di alimenti vari, pane, e farine e alla chiusura di 41 strutture tra panifici, depositi alimentari ed esercizi di vendita per un valore di 104 milioni circa. Il tutto in maniera piuttosto omogenea tra Nord, Centro e Sud.

Le violazioni più ricorrenti hanno riguardato carenze igienico-strutturali, assenza dell'autorizzazione sanitaria necessaria per l'esercizio dell'attività di panificazione, l'omessa attuazione del piano di autocontrollo, la mancata predisposizione di un sistema di rintracciabilità dei prodotti, l'irregolarità dell'etichettatura e le inosservanze della specifica normativa di settore, la detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione e frodi in commercio, questi ultimi reati di tipo penale.

Insomma, dalle michette alle ciriole, dal Pane di Altamura a quello di Matera, dal pane carasau alla coppia ferrarese non c'è pane che non abbia i suoi scheletri... nel forno. Eccolo, il giro d'Italia delle scempiaggini. In un panificio di Torino i Carabinieri hanno scovato impasti per pane, pizze e panettoni indebitamente congelati, invasi da brina e contenuti in sacchetti di plastica privi di indicazioni sulla natura del prodotto e della data di congelamento: è scattata la denuncia per detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione e tentata frode in commercio per i titolari. Dalle parti di Perugia il Nas ha individuato due locali adibiti abusivamente a depositi di alimenti, contenenti 100 quintali di preparato per basi di pizza congelate, oltre a 15mila litri di bevande varie, il tutto in strutture senza autorizzazioni e dalle precarie condizioni igieniche. In Salento i militari sono inorriditi notando roditori e insetti pascolare tra le materie prime con cui veniva preparato il pane in un laboratorio. La struttura è stata chiusa e l'attività sospesa, ma il giorno dopo i titolari hanno ripreso a sfornare pane come se nulla fosse: il risultato è stato il sequestro.

Non si tratta purtroppo di fenomeni isolati. Secondo Coldiretti i sequestri di farina pane e pasta adulterati o contraffatti hanno raggiunto il valore record di 65,6 milioni di euro nel 2014. Il business del pane e affini vale infatti 8 miliardi l'anno, una torta decisamente ghiotta. «Con la crisi - sottolinea l'associazione - aumentano i rischi di frodi che riguardano anche i prodotti più comuni della tavola. Come fare per star sicuri? ll consiglio è quello di rivolgersi a rivenditori autorizzati, meglio ancora se in grado di garantire l'origine della farina».

Questi scandali naturalmente non facilitano un'inversione di tendenza nei consumi del pane, in drammatico calo negli ultimi anni. «Il consumo di pane degli italiani - rileva Coldiretti - è sceso nel 2014 al record negativo di circa 90 grammi, pari a meno di due fettine di pane al giorno (o due rosette piccole) a persona. Nel 1861, anno dell'Unità d'Italia, si mangiavano ben 1,1 chili di pane a persona al giorno». Il crollo è stato continuo: nel 1980 il consumo pro capite era di 230 grammi, nel 1990 di 197 grammi, nel 2000 di 180 grammi, nel 2010 di 120 grammi e nel 2012 di 106 grammi per arrivare a meno di 100 grammi già nel 2013. I Paesi in cui si consuma più pane sono Turchia (105 kg di pane pro capite all'anno), il Cile (96 kg) e l'Argentina (76 kg).

Seguono Svizzera, Polonia e Grecia.

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