Cronache

Il papà picchia la madre, lui lo uccide

Arrestato il figlio. La donna, già vittima di violenze, all'inizio si era autoaccusata

Il papà picchia la madre, lui lo uccide

Caserta Qualche giorno fa, Daniele Leggiero aveva pubblicato su Facebook la notizia dell'arresto di un «padre-padrone». Un tipo violento, proprio come Giuseppe, il suo papà. L'uomo che ha ammazzato, trafiggendogli il cuore con un punteruolo nell'estremo e tragico tentativo di difendere la madre nel corso dell'ennesimo litigio esploso come un temporale d'estate nella loro casa di Alife, nell'alto Casertano. Quel post era forse una speranza recondita, un appello silenzioso, una richiesta d'aiuto da parte di chi, dicono oggi le indagini della Procura di Santa Maria Capua Vetere, ha vissuto l'orrore di anni e anni di violenze domestiche.

Daniele Leggiero è stato arrestato all'alba di ieri dopo che l'inchiesta dei carabinieri aveva svelato le bugie raccontate agli inquirenti dalla mamma di lui, che aveva confessato un delitto che non aveva commesso e che, per questo, si era già accomodata sulla brandina del carcere femminile di Pozzuoli. «L'ho ucciso io, lo confesso» aveva ammesso, durante il secondo interrogatorio in caserma, Patrizia Navarra (49 anni). «Non ce la facevo più a sopportare la sua violenza». I sanitari dell'ospedale di Piedimonte Matese avevano appena dichiarato il decesso di Giuseppe Leggiero 50 anni, e la prima versione della moglie era stata però quella di un incidente verificatosi nella piccola ditta di produzione di latticini che si trova a poche centinaia di metri dal loro appartamento.

«Una disgrazia sul lavoro» che però non aveva convinto i militari che l'avevano convocata una prima volta per chiarire meglio i contorni di questa fatalità con troppi punti oscuri. Qualche incongruenza, tanti silenzi e una bugia immediatamente riscontrata avevano convinto gli investigatori a risentirla di nuovo e a chiederle come mai nella zona indicata come luogo dell'incidente, all'interno dell'azienda, fosse tutto in ordine e non ci fossero macchie di sangue. Messa alle strette, la 49enne ha ritrattato la versione dell'incidente e ha ammesso di aver ammazzato il consorte nel corso di un violento diverbio. Ma anche questa bugia è durata appena qualche ora. Infatti, la donna non è stata in grado di offrire ulteriori dettagli, oltre al lancio del coltello, sull'omicidio e sulla sua dinamica. Inoltre, il figlio primogenito che era con lei, convocato per essere ascoltato dal magistrato, si è rifiutato di presentarsi accampando scuse poco credibili. Così le tessere del mosaico si sono composte e hanno restituito la possibile pista per la soluzione dell'enigma.

La donna stava coprendo qualcuno.

Solo quando ha capito che non c'erano più appigli il 28enne si è spontaneamente presentato ai carabinieri, accompagnato dall'avvocato Giuseppe Stellato, e ha finalmente raccontato la verità. Il movente è lo stesso, ma non la mano che ha vibrato il colpo. Daniele Leggiero ha ammesso di aver ucciso il padre scagliandogli contro il punteruolo per impedire che picchiasse la mamma. Un colpo fatale che lo ha fatto morire dissanguato. La donna è stata scarcerata dopo poche ore dal penitenziario di Pozzuoli, e sono stati disposti invece gli arresti domiciliari per Daniele in attesa della convalida del gip che dovrebbe avvenire entro oggi. Nell'abitazione c'era anche l'altro figlio 13enne della coppia, che ha sentito tutto ma non è intervenuto perché «mamma e papà - ha spiegato ai carabinieri - litigavano spesso».

La figlia maggiorenne non era invece in casa ed è stata informata poco dopo.

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