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Il Papa: "Mi sono mosso per Regeni"

Francesco lascia l'Egitto, folla di 30mila persone: "Meglio non credenti che ipocriti"

Il Papa: "Mi sono mosso per Regeni"

Senza paura, nonostante l'allarme sicurezza. Tra la folla. Papa Francesco ha celebrato messa nell'Air Defense Stadium del Cairo, in Egitto, nella seconda e conclusiva giornata del suo 18esimo viaggio fuori dai confini vaticani. E ha attraversato la piazza a bordo dell'auto scoperta, per salutare i fedeli accorsi. Oltre trentamila pellegrini si sono radunati nell'area messa a disposizione dall'Aeronautica militare, luogo scelto perché capace di accogliere più pellegrini possibili ma soprattutto perché più sicuro. Canti, bandiere in festa, cartelloni. Un bagno di folla, nonostante l'allerta attentati della vigilia.

Una messa per abbracciare la piccola chiesa copta cattolica, duramente colpita negli ultimi tempi (solamente tre settimane fa un duplice attentato ha provocato quasi 50 morti). Presenti alla celebrazione anche musulmani e copti ortodossi, un segnale di apertura importante. Francesco parla in italiano, un interprete traduce frase per frase in arabo. «L'unico estremismo ammesso per i credenti dice il Papa è quello della carità. Qualsiasi altro estremismo non viene da Dio e non piace a Lui. La fede vera aggiunge - è quella che ci rende più caritatevoli, più misericordiosi, più onesti e più umani; è quella che anima i cuori per portarli ad amare tutti gratuitamente, senza distinzione». Poi l'affondo di Bergoglio: «Non serve curare l'apparenza perché Dio guarda l'anima e il cuore e detesta l'ipocrisia. Per Dio è meglio non credere che essere un falso credente, un ipocrita!». Ed ancora: «Quante volte l'uomo si auto-paralizza, rifiutando di superare la propria idea di Dio, di un dio creato a immagine e somiglianza dell'uomo! Quante volte si dispera, rifiutando di credere che l'onnipotenza di Dio non è onnipotenza di forza, di autorità, ma è soltanto onnipotenza di amore, di perdono e di vita».

Dopo il pranzo con i vescovi egiziani, nel pomeriggio, Francesco incontra 1.500 sacerdoti e seminaristi: «Desidero incoraggiarvi!», dice. «Non abbiate paura del peso del quotidiano. E in mezzo a tanti motivi di scoraggiamento e tra tanti profeti di distruzione e di condanna, in mezzo a tante voci negative e disperate, voi siate una forza positiva, siate luce e sale di questa società; siate il locomotore che traina il treno in avanti». Il Papa mette in guardia da alcuni pericoli mondani, tra i quali l'individualismo e il «faraonismo», cioè «dalla tentazione di sentirsi al di sopra degli altri e di sottometterli a sé per vanagloria».

Prima di ripartire per Roma, Francesco saluta nuovamente il presidente egiziano Al-Sisi: «Io continuerò a pregare per lei, lei preghi per me». Sul volo che lo riportava a Roma, il Pontefice ha parlato anche del caso Regeni, il giovane italiano ucciso al Cairo: «La Santa Sede si è mossa, perché anche i genitori lo hanno chiesto. Non dirò come, ma ci siamo mossi». Mentre a proposito dei venti di guerra in Nord Corea e della minaccia di una guerra nucleare, il Papa spiega: «Oggi una guerra allargata distruggerebbe buona parte dell'umanità. É terribile; serve una soluzione diplomatica e un intervento dell'Onu che ha il dovere di riprendere la sua leadership perché si è un po' annacquata».

E su un'udienza con Trump, assicura: «Non sono stato informato di richieste da parte della Segreteria di Stato».

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