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Il Papa: "Il sesso è un dono serve l'educazione a scuola"

Il Pontefice in aereo parla con i giornalisti. Ma frena con il celibato del clero: «Sarò chiuso ma io dico no»

Il Papa: "Il sesso è un dono serve l'educazione a scuola"

P arla del sesso senza tabù, Papa Francesco; della necessità di una «educazione sessuale senza ideologie». Ed ancora: dell'aborto («c'è misericordia per tutti»), del celibato dei preti («io non lo renderò facoltativo»), della crisi venezuelana, dei migranti, del dramma della pedofilia e delle sfide per i giovani. Una conferenza stampa a 360 gradi, come consuetudine, quella del Pontefice nel volo di ritorno che lo ha riportato a Roma dopo un viaggio di cinque giorni nel Paese centramericano e l'abbraccio con oltre 700mila giovani radunati per la Giornata Mondiale della Gioventù.

«Nelle scuole bisogna dare educazione sessuale ha sottolineato il Papa - il sesso è un dono di Dio, non è un mostro, è un dono di Dio per amare». «Bisogna dare un'educazione sessuale oggettiva, senza colonizzazione ideologica. Se inizi dando un'educazione sessuale piena di colonizzazione ideologica distruggi la persona. Ma il sesso come dono di Dio ha aggiunto - deve essere educato». Restano, per il Pontefice argentino, delle sfide da affrontare. «Quali maestri si scelgono per questo compito e quali libri di testo. Ho visto qualche libro un po' sporco. Ci sono cose che fanno maturare ha sottolineato - e cose che fanno danni». Per il Papa, dunque, l'educazione sessuale deve partire da casa, «anche se non sempre è possibile perché nelle famiglie ci sono situazioni svariate. E quindi la scuola supplisce questo, perché altrimenti rimarrà un vuoto che poi verrà riempito da un'ideologia qualsiasi».

L'aborto, per Bergoglio, resta «un fallimento» ma la misericordia è per tutti, anche se è difficile. «Il problema non è dare il perdono, ma accompagnare una donna che ha preso coscienza di aver abortito. Sono drammi terribili». Un perdono che si può comprendere solo nel confessionale. «Io consiglio tante volte quando hanno questa angoscia: Tuo figlio è in cielo, parla con lui. Cantagli la ninna nanna che non hai potuto cantargli ha detto Francesco -. E lì si trova una via di riconciliazione della mamma con il figlio. Con Dio c'è già il perdono».

In tema di celibato il Papa frena. «Personalmente ha sottolineato - penso che il celibato sia un dono alla Chiesa. Non sono d'accordo di permettere il celibato opzionale, no. Soltanto rimarrebbe qualche possibilità nei posti lontanissimi, penso alle isole del Pacifico quando c'è necessità pastorale il pastore deve pensare ai fedeli». E assicura: «Io non la farò. E questo rimane chiaro. È solo il mio pensiero personale. Sono chiuso, forse? Non sento di mettermi davanti a Dio con questa decisione».

Si affronta anche il dramma della pedofilia all'interno della chiesa. «Io mi permetto di dire che ho percepito un po' una aspettativa gonfiata condanna il Papa -. Bisogna sgonfiare le aspettative. Perché il problema degli abusi continuerà, è un problema umano, ma umano dappertutto».

Il Papa parla anche della poca credibilità di alcuni cristiani, anche preti e vescovi. Ci sono cristiani che «vanno tutte le domeniche a messa e poi non pagano la tredicesima, pagano in nero, sfruttano la gente, poi vanno nei Caraibi a fare le vacanze, con lo sfruttamento della gente», chiosa il Papa. «Io ho paura dei cattolici così».

Infine una riflessione sulle giornate a Panama. «In questi giorni, i panamensi ho visto che sollevavano i bambini, come a dire questo è il mio orgoglio, la mia fortuna. Nell'inverno demografico che stiamo vivendo in Europa - in Italia è sotto zero - qual è l'orgoglio? Il turismo, la villa, il cagnolino? O alzare un bambino? Pensiamoci».

Del viaggio a Panama, il Papa è rimasto molto soddisfatto: «Il termometro per capirlo è la stanchezza, e io ha detto sorridendo sono distrutto».

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