Cronache

Il Papa a Strasburgo per spezzare il gelo tra Europa e Vaticano

Visita «politica» all'Europarlamento. Ad accoglierlo più Femen che fedeli

Il Papa a Strasburgo per spezzare il gelo tra Europa e Vaticano

Il cielo plumbeo di Strasburgo sembra riflettere la fredda accoglienza che la città riserva a Papa Francesco, che oggi vola nella città francese per un viaggio lampo di appena tre ore al Parlamento europeo e al Consiglio d'Europa. Niente gigantografie lungo la strada, e nemmeno bandiere bianco-gialle nel tragitto che attraversa l'antica cittadina nel Nord della Francia. Oggi, lungo la strada, non troveremo di certo fedeli che sventolano bandierine o folle oceaniche a cui siamo abituati in occasione dei viaggi apostolici che il Papa compie fuori dal territorio italiano. Come nell'ultima sua trasferta, quella in Corea, dove ad abbracciare Bergoglio c'erano oltre un milione di cattolici.

A Strasburgo si respira la solita atmosfera e oggi è una giornata come tutte le altre, con il via vai tipico della city europea. Poco importa se ad arrivare è il Papa: perché quella di Francesco è una visita istituzionale e politica, non un viaggio apostolico. A precisarlo è perfino il portavoce del Parlamento europeo, Jaume Duch Guillot, che frena qualsiasi polemica: «Il Papa non fa una visita alla Francia, ma compie una visita ufficiale alle istituzioni europee. Il comune della cittadina ha installato anche diversi maxi-schermi vicino alla Cattedrale». Ma davanti alla storica chiesa gotica alta 142 metri al posto dei fedeli ieri si è presentata una Femen che si è denudata per protestare contro la visita del Pontefice. La donna è corsa fino all'altare, salendoci sopra, e - a torso nudo - ha sventolato una bandiera dell'Unione europea e una corona di fiori. Sulla schiena aveva impresso lo slogan «il Papa non è un politico». Quella di oggi resta comunque una visita storica di Papa Bergoglio che varcherà la soglia del Parlamento europeo per presiedere la sessione plenaria nell'emiciclo europeo. Prima di lui c'era stato solamente Giovanni Paolo II, nell'ottobre del 1988, l'anno prima della caduta del Muro di Berlino. Benedetto XVI, invece, non ha mai fatto visita alla sede dell'Europarlamento, forse anche perché i rapporti tra Ue e Vaticano non erano così buoni. Era ancora fresco lo scontro sulle radici cristiane nella Costituzione europea e non mancavano tensioni in tema di difesa dei diritti degli omosessuali.

Papa Francesco arriva oggi al Parlamento europeo per ricucire le relazioni tra Vaticano e Unione europea e rafforzarne i legami. Lo fa in un momento in cui l'Europa dei 28 attraversa ancora una grave crisi economica, in cui la secolarizzazione spaventa il mondo cattolico, e in cui gli Stati membri non sembrano trovare un accordo sulle diverse crisi che attanagliano il mondo: quella ucraina, quella mediorientale e quella nordafricana. Per non parlare del delicato tema dell'immigrazione e dell'attenzione ai più poveri. Il Papa parlerà di tutto questo nel suo intervento, previsto questa mattina, nella seduta solenne a cui parteciperanno - oltre agli europarlamentari (i comunisti del Gue hanno annunciato che abbandoneranno l'aula) anche studenti e visitatori che avevano fissato la visita per questa giornata.

Al suo arrivo, Bergoglio viene accolto dal presidente Martin Schulz che donerà al Papa argentino una edizione preziosa delle memorie di Jean Monnet in lingua spagnola. Dopo un breve saluto al presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy, a quello della Commissione, Jean-Claude Juncker, e al premier italiano Matteo Renzi - in veste di presidente del semestre europeo - è prevista la firma dell'Albo d'oro. Ma c'è anche un'ospite d'eccezione: si chiama Helma Schmidt, è una donna di oltre 90 anni, vecchia amica del Papa.

Fu lei ad ospitare padre Bergoglio in Germania, nel periodo in cui studiò il tedesco.

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