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Parigi: la marcia della libertà. Scontri, violenze e 46 arresti

Migliaia di contestatori contro il divieto di filmare la polizia in azione: feriti e disordini in tutto il Paese

Parigi: la marcia della libertà. Scontri, violenze e 46 arresti

Primo giorno di riapertura dei negozi e guerriglia urbana nonostante i 2mila agenti schierati a Parigi. Altro che l'«arte di vivere», evocata da Emmanuel Macron per promuovere la convivenza col virus. Ieri, dopo una giornata di proteste in tutta la Francia, è andata in scena l'arte di distruggere: 46mila persone a Parigi, secondo il ministero dell'Interno; 133mila in tutto il Paese. Una rabbia sociale (e politica) che mette l'Eliseo in una posizione sempre più scomoda: mediare tra il governo e i cittadini, in piena pandemia, e decidere cosa fare delle nuova contestatissima legge sulla sicurezza globale. Il testo vieta di riprendere con cellulare o telecamere le forze dell'ordine in azione, se l'intento è danneggiare «l'integrità fisica e morale» degli agenti. Legge giudicata «liberticida» dai sindacati dei giornalisti, anch'essi in piazza. Come dimostra il pestaggio al 41enne musicista Michel Zecler, senza le immagini, è difficile smascherare abusi e derive autoritarie da cui lo stesso presidente della Repubblica si è dissociato.

Da République a Bastille, dunque, per dire basta alle violenze degli agenti e stoppare la legge su cui invece insiste il premier Jean Castex: «Sarà la Corte costituzionale a validarla». Ma solo dopo l'approvazione del Parlamento, costretto a subire le ingerenze di una commissione indipendente voluta proprio da Castex.

Ieri, contro il governo, numeri da record. Ma tra cartelli, slogan e sfilate pacifiche, i cortei parigini si trasformano in battaglioni; le viuzze che incrociano Bastille in valli di guerriglia e manifestanti sostituiti da «guerriglieri». Un edicola data alle fiamme, un incendio appiccato in una brasserie in Place de la Bastille. Chioschi divelti, vetrine assaltate. Anarchia. Nel giro di un paio d'ore Parigi ripiomba nell'incubo della devastazione. Proiettili di gomma, petardi e lacrimogeni contro le forze dell'ordine. Banche sfregiate e bancomat incendiati: marchio di fabbrica di black bloc e gilet gialli. Almeno 46 gli arresti.

Nel tardo pomeriggio la violenza oscura la protesta pacifica. Diverse immagini mostrano agenti che subiscono inermi, temendo di ripiombare nell'uso spregiudicato della forza. Sopraffatti dalla furia black bloc, solo quando i teppisti lanciano ciottoli di cantiere, la piazza viene evacuata. Si usano cannoni ad acqua. Ma la guerriglia si sposta. E i quasi 2mila agenti schierati faticano a riprendere il controllo anche del cantiere al centro della piazza, usato come trincea da cui scagliare pezzi di lavori in corso.

In serata il ministro dichiara un bilancio provvisorio di almeno 37 agenti feriti. Il corteo parigino, vietato inizialmente dalla prefettura, ha avuto via libera dal tribunale amministrativo. Primo atto di una nuova fase. Sabato scorso a Parigi c'erano quasi 22mila persone, ieri le barricate. Più di 70 città in piazza e raduni davanti alle ambasciate francesi di Berlino e in altre capitali. Il messaggio al governo è: «Ritirare la legge» e nell'immediato le dimissioni del prefetto di Parigi Didier Lallement (convinto della «probità dei poliziotti», non ha espresso nessuna condanna) e soprattutto del ministro dell'Interno Gérald Darmanin (che in serata denuncia «ancora una volta l'inaccettabile violenza contro la polizia», apparsa ieri per lunghi momenti quasi defilata). Da un lato i cori per chiedere le «Dimissioni di Darmanin». «Previdenza sociale: sì, sì, sì! Sicurezza globale: no, no, no!». Dall'altro le violenze.

Scontri anche a Lione, con 7.500 persone di tutte le età mescolate in un cocktail bifronte: sindacati CGT, FO, France insoumise, «gilet gialli», CNT e almeno 200 black bloc; 4 arresti. Feriti 3 agenti. Non è andata meglio a Rennes. Ma Parigi resta l'epicentro, con l'area del cantiere di Bastille ostaggio per ore. Tra bombe carta e lacrimogeni, ennesima devastazione.

Nella capitale come a Bordeaux, Reims, Marsiglia, Lille, Montpellier.

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