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Parisi scuote i moderati. E si lavora a un incontro tra Berlusconi e Salvini

I leader di Fi e Lega si vedranno in settimana. Crepe nel Carroccio, Maroni apre a Mr. Chili

Parisi scuote i moderati. E si lavora a un incontro tra Berlusconi e Salvini

Roma - Forza Italia e Lega marciano divisi. Almeno per ora. E proprio per questo non è escluso un incontro chiarificatore tra Berlusconi e Salvini la prossima settimana. Le rispettive diplomazie sono al lavoro e non è ancora stato fissato il giorno. Ma i due leader potrebbero incontrarsi per un faccia a faccia: sarebbe il primo dopo l'intervento chirurgico del Cavaliere. Per ora le posizioni dei due sono distanti e le linee politiche sembrano due parallele destinate a non incontrarsi. Non passa giorno, infatti, che Salvini non mostri il suo pollice verso al nuovo corso parisiano. Dice che alla convention di Milano di Parisi, prevista per metà settembre, lui non andrà perché «in quei giorni ho Pontida»; ma soprattutto stronca il progetto: «Linea liberal-popolare tornare con Alfano, Passera e Verdini? Ma va a dar via i pè...», dice al Corriere. E poi è tutto un inanellare le differenze tra la Lega e l'ex manager di Fastweb: «Se vince il No al referendum noi diciamo che Renzi deve andare a casa e che si deve andare al voto; Parisi no. Ma di cosa stiamo parlando?». Insomma, pare difficile che il capo del Carroccio possa fare un dietrofront e diventare più tenero con mister Chili. Ma la politica è l'arte del possibile e a tutti non è sfuggita l'intervista diametralmente opposta di un altro big del Carroccio, Roberto Maroni, che proprio il giorno prima era in quel di Arcore. «Parisi? Lo osservo con interesse», dice il governatore lombardo. Ma soprattutto: «L'alleanza con la Le Pen è tattica ma non strategica e alle prossime elezioni non si può andare da soli». Una linea totalmente differente da quella salviniana. I leghisti vicini al leader fanno spallucce e minimizzano lo sbrego: «Se Roberto non si smarca non è contento...». Mentre gli azzurri mettono il dito nella piaga: «La verità è che Salvini ha dei problemi interni e la Lega non è certo un monolite».

Sfumature o meno, tutta l'area di centrodestra è in gran fermento e Parisi va avanti come un treno incurante delle dichiarazioni di giornata e delle fibrillazioni che il suo ruolo provoca anche tra gli azzurri. Ogni tanto tocca temi cari al Carroccio come quello del terrorismo: «La Francia vuole bloccare i finanziamenti stranieri per la costruzione delle moschee e prendere provvedimenti affinché gli Imam siano formati in Francia e non altrove. Renzi e Alfano adottino immediatamente questi provvedimenti». Ogni tanto, invece, rimarca il suo moderatismo: «Il centrodestra non vince se è radicale ma se è moderato».

Che ne sarà, quindi, della tradizionale alleanza Fratelli d'Italia-Lega-Forza Italia è presto per dirlo. Di certo, tra gli azzurri, molti temono una spaccatura irreversibile. Il più preoccupato è il governatore della Liguria Giovanni Toti che ieri smentiva categoricamente una ricostruzione di Dagospia che lo dava caduto in disgrazia in quel di Arcore. Ma non è solo Toti a tenere in gran considerazione la liaison con Salvini. Anche Brunetta mette in guardia: «A Roma ci siamo fatti del male e non dovrà mai più succedere.

Da questo No a Renzi deve ripartire il progetto di governo del centrodestra; un progetto che sia fondato su un quadrifoglio: Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia ma principalmente il civismo dei nostri sindaci e della gente».

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