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Parisi tifa per l'unità dell'alleanza: "In Sicilia appoggiamo Musumeci"

Intervista a Parisi: "Grillo è finito, serve un'ampia coalizione dalla Lega ai centristi"

Parisi tifa per l'unità dell'alleanza: "In Sicilia appoggiamo Musumeci"

Roma - Stefano Parisi, lei ha lanciato un appello a tutto il centrodestra affinché converga sulla candidatura di Nello Musumeci in Sicilia. Per quale motivo?

«Vengo da Catania, sono stato lì tre giorni, sto lavorando da gennaio per questa candidatura. Ritengo che il voto del 5 novembre rappresenti un appuntamento cruciale per il Paese».

I sondaggi danno un Movimento 5 Stelle molto forte.

«Sì, mentre il Pd sconta la crisi di Crocetta e la rinuncia di Grasso. Se vince, il M5s si assicura una presenza istituzionale importante e di solito il voto in Sicilia anticipa quello nazionale. Tanto più che sarebbe un errore dare i grillini per finiti; perché alle Politiche vota il 75% degli elettori, non il 45 come ai ballottaggi».

Ci sono le condizioni per un centrodestra unito in Sicilia?

«Alle luce delle Amministrative l'unità è un dovere. Tra poco partirà una campagna elettorale durissima. Divisioni e incomprensioni davvero non ci servono».

Lei crede davvero in Musumeci candidato unico del centrodestra?

«Le sue possibilità stanno aumentando. Ha una reputazione positiva e integra, è una persona onesta e di qualità, da presidente della provincia di Catania ha mobilitato innovazione e investimenti e lo ha fatto con coraggio in una terra in cui le commistioni tra affari e politica sono drammaticamente note. Inoltre è la persona migliore per dialogare con chi è arrabbiato con la politica».

Nel 2012 il centrodestra in Sicilia si fece del male da solo presentando due candidati.

«E la somma dei loro voti avrebbe consentito una larga vittoria su Crocetta ed evitato gravissimi guai alla Sicilia visto che la sua presidenza è stata devastante. C'è una Sicilia da ricostruire, c'è un grande lavoro economico e istituzionale da fare. Se riparte la Sicilia riparte il Sud».

Il perimetro della coalizione?

«Il più largo possibile, da Forza Italia a Fratelli d'Italia, da Noi con Salvini ai partiti di centro. L'importante è un programma condiviso. E sono convinto che anche Berlusconi farà di tutto per evitare spaccature. Sa bene quanto è importante la Sicilia»:

L'ha sorpresa la sconfitta di Giusi Nicolini a Lampedusa?

«No, i drammatici errori del governo e del Pd sulla questione immigrazione hanno inciso su tutti i risultati delle Amministrative. Considerare lo ius soli in questo momento storico una priorità significa scavare un solco profondo rispetto al sentimento degli italiani ed esporre l'Italia al rischio di diventare la sala parto del Mediterraneo. Mi auguro vivamente che al Senato ci sia una presa di posizione di tutte le forze che domani vorranno fare parte del centrodestra.

Quel voto sarà uno spartiacque tra la serietà e la linea ipocrita della sinistra».

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