Caro,
mi piace, mi consola e mi inorgoglisce quando ti domandi, tu così lontano, se io mi vergogni o meno di amarti nonostante la tua lontananza. Sei quasi invisibile, distante giorni e giorni di viaggio in un posto che non ho mai raggiunto e che forse mai vedrò. Mi scrivi che, quasi quasi, preferiresti esser morto piuttosto che farmi vivere una situazione così abnorme, difficile e capace di mettere alla prova più dura qualsiasi amore. Ma io provo una tenerezza immensa leggendo le tue righe. Amerei, e amo, moltissimo un uomo che ha questa capacità di farmi sentire diversa rispetto a tutte le altre, di farmi sentire una donna per la quale si è disposti a perdere la propria vita piuttosto di farla soffrire. Non è così comune sai? «Infelice me, se per te è una ignominia presentarti come mia moglie, se ormai ti vergogni di esserlo!». Nessuno, o quasi nessuno, sa scrivere cose del genere, forti, inaudite, pronte a scendere nel cuore della persona che amano e a rimanerci senza andarsene più. «Mi aspetterai o no?», mi chiedi tra le righe di questa lettera che ho letto con la voglia di non arrivare mai alla fine tanto mi ha commosso. Quasi tutti, ormai si sono dimenticati quanto sia bello scrivere sulla carta le proprie sensazioni d'amore. Si usano altri modi, si scrive una e-mail, ma vuoi mettere l'emozione di stendere parola dopo parola sulla carta i propri sentimenti e poi attendere che arrivino a destinazione? Nella casa dove, come sai, mi chiudo d'estate per riprendermi dopo i mesi pesantissimi di lavoro, ho voluto inaugurare un «librone» dove tutti i miei ospiti, tutti coloro che passano a trovarmi, devono lasciare un loro pensiero. Tutti lo fanno. È lì da quasi quindici anni, da quando ho «aperto» questa casa, e si riempie pagina dopo pagina. L'energia di quelle parole mi arriva tutta e mi piace rileggerle ogni tanto, quando mi capita e quando ne ho bisogno. E mi piace moltissimo rileggere anche questa tua lettera che arriva da così lontano ma che sento così vicino.
La magia delle parole scritte con amore.
