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Parte bene Bucci, ora Genova può cambiare

Il candidato ha le carte per conquistare il Comune, feudo rosso dal Dopoguerra

Parte bene Bucci, ora Genova può cambiare

Genova Nel suo curriculum pubblico c'è scritto che considera Genova la città più bella del mondo, dove vivere, lavorare e studiare. E, forse per lui sarà anche la città più bella da guidare, come sindaco. Il manager Marco Bucci, candidato del centrodestra unito, ha buone possibilità di portare a termine quella che politicamente sarebbe a tutti gli effetti un'impresa. Dal Pci al partito Repubblicano passando per la Dc, fino ad essere, dal 1990, terreno di conquista esclusivo per il centrosinistra, mai infatti nel dopoguerra Genova è stata guidata da un sindaco di centrodestra. Ma adesso la storia del capoluogo ligure potrebbe cambiare.

Bucci dal 2015 è amministratore unico di Liguria Digitale, la società informatica della Regione Liguria, dopo una lunga e brillante carriera internazionale sviluppata tra l'Europa e gli Stati Uniti, dove ha vissuto per oltre 10 anni ricoprendo incarichi di punta in multinazionali tra Minneapolis, New York, Ginevra e l'Italia. È stato educatore boy scout, ha carisma, è un uomo concreto, sa come si amministra una grande azienda e come si gestisce un team di collaboratori. Intorno a lui si è unito tutto il centrodestra ligure, forte dell'esperimento che ha portato Giovanni Toti a strappare la guida della Regione al centrosinistra tanto da far parlare lo stesso governatore di «modello Liguria». E i sondaggi danno Bucci competitivo al massimo.

Un modello da riproporre sfruttando anche errori e autogol degli avversari. Il centrosinistra arriva alle amministrative dopo cinque anni a guida Marco Doria a tratti disastrosi. I problemi legati alla sicurezza non sono stati risolti, quelli della viabilità nemmeno presi in esame, il turismo non è stato sviluppato secondo il potenziale cittadino e le società partecipate sono crollate in un abisso di debiti. Un tracollo, tanto che la ricandidatura del sindaco di area Sel non è neanche stata presa in considerazione. In corsa c'è Gianni Crivello, pure lui di Sel, assessore alle Manutenzioni che ha messo d'accordo il Pd e l'ala sinistra della coalizione ma non è certo un nome di grande richiamo. Se la sinistra non ride i Cinquestelle piangono. Nella sua città, Grillo rischia addirittura di non riuscire a presentare la lista, schiacciato dalle fronde interne e dal caso Cassimatis, la candidata vincitrice delle Comunarie fatta fuori dallo stesso leader a vantaggio dell'orchestrale Marco Pirondini. Ma il tutto è ancora sub iudice perché il Tribunale di Genova ha dato ragione a Cassimatis che ha fatto ricorso contro l'atto d'imperio di Grillo. In corsa anche l'ex capogruppo M5s Paolo Putti, fuoriuscito dal Movimento per dissapori insanabili con Grillo che rischia davvero il flop prima ancora di correre.

Con queste premesse Bucci può davvero compiere l'impresa. Moderato e in grado di attirare simpatie bipartisan, ha idee chiarissime sul suo progetto di città. «Il lavoro è la prima priorità, puntando su porto e logistica, turismo e industria ad alta tecnologia spiega Bucci al Giornale Fondamentale è poi la sicurezza, da sviluppare anche grazie al commercio e alla piccola distribuzione che permettono di mantenere la città pulita e sicura». Sul perché un manager di successo decida di scendere in campo Bucci ha un'idea anglosassone. «È il concetto del «give back», sento il dovere di restituire qualcosa alla mia città dopo anni di soddisfazioni professionali. Non cerco uno stipendio o il potere. Chi ha gestito la città negli ultimi 20 anni non ha ottenuto risultati mentre io nel mio lavoro l'ho sempre fatto e voglio continuare a farlo.

Correndo uniti abbiamo davvero la possibilità di vincere e di regalare a Genova una visione di futuro e una prospettiva che vada ben oltre un mandato amministrativo».

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