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Per le partite Iva una mancia che rischia di ridursi a zero

Si alza da 15 a 30mila euro il limite di reddito per l'aliquota sostitutiva del 15% ma la copertura è ancora incerta e per le altre promesse si rimanda a futuri ddl

Roma«Ci sono i minimi per le partite Iva, una sorta di Jobs Act per i lavoratori autonomi». Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha annunciato la novità con la sua caratteristica enfasi, pur ammettendo che l'intervento della legge di Stabilità 2016 va a sanare «un pasticcio» della manovra precedente che aveva ristretto i margini per usufruire dei regimi speciali per il lavoro autonomo.

L'entusiamo renziano è giustificato? Vale la pena di analizzare lo schema dei provvedimenti e poi trarre un primo giudizio. In primo luogo, verrà alzata la soglia da 15mila a 30mila euro di ricavi per l'accesso alla tassazione agevolata con aliquota sostitutiva del 15 per cento. Le start-up, cioè le imprese appena avviate, conserveranno invece l'attuale regime agevolato con tassazione del 5% senza limiti di età (finora 35 anni, ndr ) e per i primi 5 anni anziché gli attuali tre. La legge di Stabilità, infine, blocca definitivamente l'aumento dei contributi previdenziali per gli iscritti alla gestione separata Inps mantenendola al 27,72 per cento. Il governo aveva promesso un taglio al 24% per commercianti e artigiani, ma ieri né il premier né altri ministri hanno accennato all'ipotesi.

Renzi ha parlato di Jobs Act in quanto è previsto il varo di un ddl collegato alla Stabilità (di cui prima firmataria dovrebbe essere la deputata Pd Chiara Gribaudo) contenente alcune novità importanti per i liberi professionisti e i free-lance. In primo luogo, la completa deducibilità delle spese di formazione che ieri il viceministro dell'Economia Luigi Casero ha definito come priorità. In secondo luogo, la sospensione del versamento di tasse e contributi per i professionisti affetti da gravi patologie. Ultimi ma non meno importanti: congedi parentali e nuove norme a tutela della proprietà intellettuale.

Il costo delle misure è di circa 800 milioni. «Anche l'anno scorso ci avevano promesso 800 milioni per le partite Iva e non abbiamo visto un centesimo», commenta Anna Soru, presidente di Acta, associazione di rappresentanza dei professionisti del terziario avanzato. «È positivo che venga alzata la soglia del regime forfettario consentendo a tutti di aderirvi e non solo alle start-up», aggiunge ribadendo che «non si può intervenire sul lavoro autonomo solo con regimi privilegiati perché questi riguardano solo una parte del lavoro professionale che non viene incentivata a crescere ma a restare piccola». Insomma, il vero problema, argomenta Soru che aspetta di leggere il testo della manovra, è «una pressione fiscale troppo alta che non può essere tamponata solo dai regimi speciali».

La Stabilità, pur sanando errori precedenti, pare incentivare il nanismo delle partite Iva più che la loro crescita.

Oltretutto, il reperimento delle coperture al momento non appare chiarissimo e, ove venissero ridotti contestualmente altri sgravi, il Jobs Act degli autonomi si rivelerebbe una mancia o poco più.

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