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Il pasticcio siciliano dei M5s Stop al candidato Cancelleri

La decisione del Tribunale dopo il ricorso di un attivista espulso. Dietro l'ennesima grana, una faida interna

Il pasticcio siciliano dei M5s Stop al candidato Cancelleri

È saltato anche «il Grillo di Palermo». C'è un'altra grana giudiziaria, come a Genova, come a Roma. E apre le porte sul caos che sta annientando il Movimento Cinque Stelle. Ieri mattina il tribunale del capoluogo siciliano ha sospeso le regionarie online vinte un mese fa da Giancarlo Cancelleri. Sarà lui il candidato di novembre, poche storie: ma per i Cinque Stelle è un altro flop. E tutto succede perché il tribunale ha accolto il ricorso di Mauro Giulivi, un cittadino ormai poco amato da Grillo e Casaleggio. Attivista storico, iscritto al meet-up «il Grillo di Palermo», primo dei non eletti nelle ultime regionali, Giulivi è ormai tra i pentastellati un «dissidente» certificato. Cosa è accaduto e cosa ha spinto il candidato escluso a presentare ricorso lo ha spiegato lui stesso su Facebook: «Mi si chiedeva con un preavviso di 2 ore e 30 minuti di recarmi presso una fantomatica sede e firmare un documento, mai letto prima, indispensabile per confermare la mia candidatura. Dal momento che ho sfortunatamente un lavoro, non ho potuto né leggere, né recarmi in via Scrofani entro le ore 20». Niente firma in tempo, niente «contratto-elettorale» con il Movimento.

Per i garanti è il pretesto perfetto, costruito ad arte, anche nella tempistica. Così arriva «la lettera», atto d'espulsione inviato a chi deve essere epurato. Lo staff milanese scrive a Giulivi: «Ciao Mauro, abbiamo notato che hai accettato la candidatura per le regionali siciliane». C'è un però: «A tuo carico risulta un procedimento in corso con il collegio dei probiviri. Vieni quindi meno uno dei requisiti per la candidatura, pertanto di comunichiamo che sei stato rimosso dall'elenco dei candidati». Fine della storia, doveva vincere Cancelleri.

Il caso siciliano ha analogie inquietanti con la vicenda di Marika Cassimatis, la militante che nel marzo scorso vinse le primarie per candidarsi a sindaco di Genova, consultazione subito annullata dal leader comico. Cassimatis ha poi partecipato alle elezioni di giugno creando un'altra lista contrapposta a quella del Movimento, il che ha permesso al garante di cacciarla.

Ora però il caso di Palermo sembra più difficile da disinnescare, impossibile da risolvere semplicemente accusando Giulivi di essere un «cittadino che sbaglia». Compagno della deputata pentastellata Giulia Di Benedetto, uomo della corrente del deputato palermitano Riccardo Nuti (ex M5S passato al gruppo Misto dopo le indagini sul caso firme false delle amministrative 2012), Giulivi si è mosso deciso tra le faide che spaccano il Movimento siciliano. Però, fin qui, è sempre riuscito a evitare l'espulsione. In risposta Grillo&Casaleggio hanno stoppato sul nascere qualsiasi velleità del dissidente: già escluso dalla lista per le «comunarie» palermitane, Giulivi in questi mesi si è sempre visto negare la possibilità di entrare nell'Assemblea regionale siciliana, come primo dei non eletti. I motivi ci sono, almeno secondo i crismi giacobini che il Movimento sbandierava ai suoi albori: il «dissidente» dovrebbe diventare deputato (appellativo riservato anche a chi viene eletto nell'Ars), come primo dei non eletti dovrebbe prendere il posto di Giorgio Ciacco. Peccato che il deputato indagato per le firme false del 2012 non abbia nessuna intenzione di dimettersi, con il silenzio assenso dei vertici. Brutta storia quella di Palermo. Certifica il totale fallimento delle primarie online. E lancia subito un messaggio agli attivisti. Tra i grillini romani c'era chi voleva candidare alle primarie Andrea Mazzillo, ex assessore al Bilancio di Roma, cacciato dalla Raggi, ma non dal M5s. Lui, onorato, ci avrebbe pensato. Il caso palermitano spegne sul nascere ogni velleità: il candidato premier sarà Di Maio. Ieri agli attivisti è arrivato l'invito alla convention di Rimini. Sul programma hanno già scritto: sabato 23 settembre, ore 20.30 proclamazione del candidato premier.

Peccato che non si sappia quando partirà la votazione su Rousseau.

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