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"Via la patente a chi telefona". Parte la rivoluzione stradale

Il governo torna sui suoi passi: giro di vite sull'uso del cellulare al volante. Scettico il Codacons: "Così è inutile"

"Via la patente a chi telefona". Parte la rivoluzione stradale

Roma - Un'automobile che viaggia a 50 chilometri orari impiega un secondo per coprire la distanza di 14 metri. Quindi basta abbassare per pochi istanti gli occhi sullo smartphone per guidare letteralmente «al buio» per almeno 20/30 metri. Questa, spiega Paolo Colangelo, presidente della Confarca (la confederazione delle scuole guida), è la prima cosa che viene detta ai ragazzi quando vanno nelle autoscuole per iniziare a preparare l'esame di guida. La distrazione, come conferma non soltanto la Confarca ma anche la Polizia stradale nel suo annuale rapporto sulla sicurezza in auto, è la prima causa di incidenti. E l'uso del telefonino alla guida è il fattore più diffuso e più pericoloso di questa casistica. Dati alla mano si scopre che nel primo semestre di quest'anno sono aumentate del 18,1 per cento le contestazioni per violazione dell'articolo 173 del Codice della strada, vale a dire quello che punisce chi guida usando il telefonino. Il numero totale delle contestazioni, spiega Giuseppe Bisogno direttore del Servizio di Polizia stradale è infatti salito da 27.415 nel primo semestre del 2016 a 32.373 nei primi sei mesi del 2017. «L'utilizzo dello smartphone - aggiunge - è la causa principale degli incidenti gravi. Anche mortali. Per questo abbiamo proposto al governo di procedere con il ritiro della patente di guida fin dalla prima infrazione con una sospensione minima di 15 giorni e massima di due mesi». E il governo dopo un po' di passi avanti e di marce indietro sembra aver finalmente accolto la proposta. Il viceministro alle Infrastrutture e trasporti, Riccardo Nencini, ha confermato proprio ieri un giro di vite contro i guidatori distratti. Tre, spiega il viceministro, sono i punti da affrontare con urgenza dal punto di vista normativo: l'immediata sospensione della patente per chi guida usando lo smartphone, l'obbligo per gli automobilisti di mantenere una distanza di almeno un metro e mezzo dai ciclisti in fase di sorpasso e l'obbligo di dotarsi di seggiolini con dispositivi anti-abbandono di bambini in auto». Anche in Commissione trasporti della Camera dei deputati si sta muovendo qualcosa. Ad annunciarlo è Michele Meta, presidente della stessa Commissione nonché primo firmatario proprio di un disegno di legge che vuole «aggiornare» il Codice della strada. «Ho presentato - racconta Meta - un emendamento per risolvere l'odiosa e pericolosa abitudine degli italiani di usare il telefono cellulare alla guida». L'emendamento accolto pressoché all'unanimità porta alla sospensione della patente fino a tre mesi fin dalla prima infrazione. Con il raddoppio in caso di recidiva. Aumentano anche consistentemente le sanzioni pecuniarie e la decurtazione di punti della patente. Si va da un minimo di 322 euro a un massimo di 1294. Se, però, lo stesso soggetto compie un'ulteriore violazione nel biennio è sottoposto a una sanzione amministrativa raddoppiata: da un minimo di 644 euro a un massimo di 2588 euro.

Soddisfatto il Codacons per il cambio di rotta in tema di sicurezza stradale. Ma - spiegano dall'associazione che difende i consumatori - senza un incremento dei controlli sulle strade il provvedimento rischia di essere del tutto inutile. «Gli automobilisti usano il telefonino - spiega il presidente Carlo Rienzi - perché sanno che difficilmente verranno multati.

Per questo chiediamo un incremento dei controlli e soprattutto sanzioni anche per vigili e agenti che, pur essendo obbligati a farlo, non contestano ai trasgressori l'uso del cellulare alla guida».

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