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Il "patto del presepe" contro un nuovo laicismo estremista

Presidi e interrogazioni: Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia compatti con l'intesa di Bologna: "In campo per difendere i valori"

Il "patto del presepe" contro un nuovo laicismo estremista

Forza Italia lancia una mobilitazione nazionale per «portare un presepe in ogni piazza e in ogni scuola». Matteo Salvini si presenta davanti alla scuola di Rozzano, quella dove il preside ha deciso di rinviare a gennaio la festa di Natale per non offendere le differenti tradizioni religiose dei bimbi, e lo fa portando con sé un presepe e vari cd con canti di Natale. Fratelli d'Italia si mobilita nel consiglio regionale lombardo e presenta interrogazioni a raffica, con richieste di intervento da parte dell'Ufficio scolastico provinciale e del Prefetto.

Il centrodestra, di fronte al nuovo caso di esasperato laicismo scoppiato nell'ormai famosa scuola della provincia di Milano, ritrova la sua identità più naturale e stipula un nuovo «Patto di Bologna», una sorta di manifesto di fatto mostrando per una volta all'esterno una identità unica, un patrimonio condiviso di valori e idee in grado di rappresentare davvero la sua comunità di riferimento. In sostanza nel momento in cui le altre forze politiche si confondono nelle nebbie delle forzature laiciste o consumano le capriole più avventurose pur di posizionarsi al centro o nelle periferie del potere renziano, Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia riescono a confezionare una risposta all'altezza rispetto a un gesto dal sapore paradossale perché frutto di una sorta di sottomissione preventiva, una autocensura neppure richiesta visto che tante mamme musulmane oggi fanno sapere che avrebbero gradito la partecipazione dei loro figli a una festa natalizia.La posizione del centrodestra rispetto a un caso di cronaca diventato terreno di scontro politico è chiara. Il Natale e i suoi simboli vanno difesi, il presepe rappresenta la natività, la famiglia, il miracolo della vita, la speranza nel futuro, identifica i valori della nostra cultura europea che ha i suoi fondamenti nei principi giudaico-cristiani, gli stessi per i quali il centrodestra si battè affinché fossero tutelati nella Costituzione europea.

Principi che ispirano i valori della pace, della fratellanza e della democrazia.«La politica non può estraniarsi dai luoghi nei quali attraverso le scelte quotidiane si decide il modello di integrazione che vogliamo» spiega Mariastella Gelmini che ieri mattina ha visitato la scuola di Rozzano e ha intonato «Tu scendi dalle stelle». «Il cristianesimo è anche e soprattutto cultura della tolleranza, del rispetto, dell'amore e del perdono, la cristianità porta con sé un apporto culturale che fa parte della nostra storia. Rinunciarci in un momento delicatissimo come questo sarebbe grave». Se il Movimento 5 Stelle si trova in evidente difficoltà, il tentativo di Matteo Renzi di correggere la rotta del Pd e mettersi in scia del centrodestra non convince. «Renzi può anche tentare di ricercare consenso su questo terreno, ma deve innanzitutto convincere il Partito Democratico che su questi temi ha una lunga serie di precedenti di dirigenti che pensano che cancellare l'identità possa favorire il dialogo. Precedenti che certo non aiutano a rendere credibili le posizioni sposate di recente dal premier».

È proprio su questo tasto della lunga lista di peccati originali consumati a sinistra che batte Riccardo De Corato, vicepresidente del Consiglio comunale di Milano e Capogruppo di Fdi-An in Regione. «Oggi illustri rappresentanti della sinistra sparano contro il preside della scuola di Rozzano, ma nessuno guarda a quello che è accaduto a Milano dal Natale 2011 ad oggi con il sindaco Pisapia. Non si è più realizzato il tradizionale presepe artigiano allestito nel chiostro di Palazzo Marino, è sparita dalla piazza del Duomo la mostra presepi, erano comparsi 4 anni fa in alcune strade milanesi alberi addobbati in modo blasfemo. Il «Bianco Natale» di Milano è stato trasformato in un «bianco inverno». Il Comune ha sempre smentito direttive sul divieto di addobbi natalizi nelle scuole ma, a microfoni spenti e lontano dai timbri ufficiali, ha fatto sapere che non gradiva i tradizionali riferimenti al Natale.

La deriva anti-natalizia in cui versa la Milano di Pisapia è cento volte peggiore rispetto alla discutibile decisione del preside di Rozzano».

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