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Il patto segreto

Il tormentone politico dell'estate è il fantomatico "patto segreto" tra Berlusconi e Renzi

Il patto segreto

Il tormentone politico dell'estate è il fantomatico «patto segreto» tra Berlusconi e Renzi, già conosciuto come il «patto del Nazareno», dal nome della sede del Pd dove il 18 gennaio scorso avvenne lo storico incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi che diede avvio alla tormentata stagione delle riforme. Alcuni giornali e alcuni partiti (Cinquestelle in primis) non si danno pace. Sul Fatto Quotidiano ogni giorno leggiamo nuove ipotesi di accordi indicibili, che spaziano dal futuro di Mediaset a quelli di Prodi. Non mi stupirei se alla lista dei complotti si aggiungesse quello per portare Inzaghi al Milan e magari un giorno la Fiorentina in Champions. Ai colleghi, e ai politici, la fantasia non manca e le pagine di giornale, in qualche modo, vanno riempite.

L'obiettivo è evidente: infangare, smontare un accordo politico che ha ridotto Grillo e i piccoli partiti alla marginalità assoluta. Sarò anche ingenuo, ma non capisco che cosa ci sia di tanto strano che i leader dei due più importanti schieramenti - entrambi in difficoltà sia pure per motivi diversi - si trovino per cercare accordi che salvino i loro partiti e il Paese. Il frutto di quel patto - riforma del Senato, della legge elettorale, della giustizia, del lavoro e del fisco - è stato presentato, spiegato e portato all'esame del Parlamento. E se ci fosse dell'altro a noi sconosciuto dovrebbe seguire lo stesso democratico iter, altrimenti rimarrebbero parole in libertà senza alcuna conseguenza.

Chissà perché ci si agita tanto per i patti di Berlusconi e mai per quelli anti-Berlusconi. Mi piacerebbe sapere del patto, quello sì segreto, tra Fini, Bersani e Napolitano che nel dicembre del 2010 tentò di fare cadere il governo Berlusconi. Un po' di più, ma ancora troppo poco, conosciamo di quello tra Napolitano, Merkel, De Benedetti e cardinali vari che nel 2011 portò all'insediamento di Monti. Nulla sappiamo del patto segreto tra Napolitano, Letta e Alfano che lo scorso anno provocò la scissione del Pdl. Da raccontare resta anche il patto tra magistrati sull'innesco del caso Ruby e sul rocambolesco anticipo della sentenza di Cassazione che ha condannato Berlusconi.

Su questi patti, chissà perché, nessun giornale indaga anche se la violazione della democrazia (tre governi non eletti e perdita di sovranità) è stata infinitamente superiore a qualsiasi cosa si possano essere detti Renzi e Berlusconi al Nazareno.

Anche perché, conoscendo la loquacità dei due, si sarebbe trattato di segreti di Pulcinella.

 

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