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Il Pd corre ai ripari per disinnescare la bomba Sud

I parlamentari meridionali minacciano: «Favorite le Regioni rosse, così votiamo contro»

Il Pd corre ai ripari per disinnescare la bomba Sud

Roma La bomba Sud rischia di esplodere nelle mani di Matteo Renzi. Il primo ostacolo in casa Pd lungo la strada che porta all'approvazione della nuova legge elettorale si chiama Mezzogiorno. I parlamentari dem eletti nel Meridione minacciano di boicottare il tedeschellum, se non sarà modificato almeno in due punti essenziali: sistema di ripartizione dei seggi e composizione dei collegi. Una trappola che rischia di rallentare la corsa del segretario del Pd verso le elezioni anticipate.

Le ragioni del dissenso sono più che fondate. Sul criterio di ripartizione dei seggi, in base a un velocissimo calcolo, il sistema premia le regioni rosse come Emilia Romagna e Toscana, penalizzando, al contrario, Calabria, Campania e Sicilia. Il nodo riguarda l'ipotesi della mancata assegnazione del seggio anche in caso di vittoria in un collegio uninominale: questo passaggio mette a rischio la rielezione di numerosi parlamentari del Sud che sono da giorni sul piede di guerra. I renziani meridionali minacciano venti di guerra sia alla Camera che al Senato quando la legge approderà in Aula per il definitivo via libera. Non a caso, Renzi pare intenzionato a rivedere la propria posizione e proprio ieri si è ragionato su un correttivo che in ogni caso possa premiare i candidati che riescano a vincere nel collegio uninominale. Anche per placare la rabbia dei deputati del Sud, dunque, ieri il Pd ha presentato un emendamento alla legge elettorale a prima firma di Alan Ferrari, per diminuire il numero dei collegi uninominali da 303 a 225. In questo modo si risolve il problema dei cosiddetti collegi sopranumerari, cioè i casi in cui i candidati dei partiti più grandi pur risultando primi nei rispettivi collegi non sono eletti. L'emendamento sancisce una tregua.

Il secondo punto di rottura tra Renzi e i deputati meridionali è la composizione dei collegi. Fiano, sottraendo l'individuazione delle circoscrizioni elettorali al Viminale, per accelerare i tempi, ha compiuto un autentico «pasticcio». La suddivisione dell'Italia in collegi, prevista dall'ormai vecchia formula del tedeschellum, non segue il criterio della continuità territoriale. Nel collegio del Senato Benevento-Capua la distanza tra due Comuni, inseriti nella stessa circoscrizione, arriva fino a 215 chilometri. Un problema che si ripete anche in altri collegi di Puglia e Calabria. Una parte degli emendamenti, depositati ieri in commissione Affari costituzionali, serve a correggere le storture territoriali introdotte con i collegi di Fiano.

All'esterno del Pd, la trappola si chiama M5s. La base dei grillini è in fermento. Il richiamo all'unità di Beppe Grillo non ha soffocato il dissenso. Chi immaginava un percorso in discesa per l'approvazione della nuova legge elettorale resterà deluso.

La battaglia è solo all'inizio.

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