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Il Pd e la bomba De Luca: ci penalizzerà in tutta Italia

"Effetto Campania", rischio astensione. E il premier gli fa un altro spot: "È candidabile ed eleggibile a norma di legge, con lui salirebbe il Pil"

Il Pd e la bomba De Luca: ci penalizzerà in tutta Italia

RomaNon è tanto il caso De Luca in sé, a preoccupare Palazzo Chigi e Nazareno: che la vicenda sia un pasticcio per Azzeccagarbugli è chiaro, ma il candidato si mostra sicuro, parla di «vergognosa campagna mediatica su di me» e sostiene che «la mia opinione, suffragata da giuristi, è che la legge Severino si applica solo per chi è stato già eletto, e non per chi viene eletto ex novo». Insomma, la sospensione non lo riguarderà neppure, azzarda il sindaco di Salerno. Una forzatura polemica che serve ad allontanare dagli elettori l'impressione che votarlo possa esser inutile. In serata Matteo Renzi lo spalleggia: «È candidabile ed eleggibile. È stato un sindaco straordinario e in Campania può fare un lavoro strepitoso. Se il sud fosse governato come Salerno il pil salirebbe tra lo 0,5 e l'1%». Il premier ricorda che nei due casi precedenti di applicazione della Legge Severino, gli amministratori sono stati «rimessi in ruolo» dal Tar, «È normale che De Luca si aspetti lo stesso trattamento», chiosa.

Quello che allarma davvero il Pd nazionale non è tanto l'effetto De Luca in Campania, quanto le sue ripercussioni nazionali: «La sua candidatura resta forte e nei sondaggi non sembra pagare pegno. Il problema - spiega un dirigente del Nazareno - è che noi questo pasticcio lo pagheremo nel Nord, dove l'elettorato può essere spinto all'astensione. Da quando è entrata in campo questa variabile, noi non riusciamo più a dettare l'agenda della campagna elettorale». In più ci si è messa pure la presidente Antimafia Rosy Bindi, che detesta Renzi più della mafia, a buttare benzina sul fuoco dell'antipolitica, con la sua maldestra operazione «impresentabili». De Luca sferza sarcastico la presidente: «Stiamo introducendo nel dibattito una categoria politica sconosciuta a Duverger: l'impresentabilità. Temo che quando la professoressa Bindi presenterà l'elenco si beccherà un sacco di querele».

Il candidato governatore si mostra assai abbottonato invece sul nome del suo eventuale vice alla guida della Regione. Ossia di colui che, dopo la sospensione ex Severino, governerebbe effettivamente al suo posto. In realtà, assicurano i ben informati, per il sindaco di Salerno il candidato al ruolo di suo sostituto già c'è ed è l'unico che De Luca prenderebbe in considerazione, nonostante le perplessità di Roma: Fulvio Bonavitacola, deputato Pd e fidatissimo braccio destro del sindaco di Salerno in Campania. «Bonavitacola è il solo che nel cerchio magico di De Luca può coprire quel ruolo, e di cui si fida ciecamente. Vedrete, Vincenzo non sentirà ragioni e Palazzo Chigi dovrà accettare la nomina», spiega un dirigente campano del Pd. Gli altri nomi che girano, da quello dell'europarlamentare Pina Picierno all'ex rettore di Salerno Raimondo Pasquino, non avrebbero alcuna consistenza: «Se vince, De Luca può accettare la sospensione, ma non accetterà mai che al suo posto governi qualcuno che non abbia il suo pieno benestare».

Il percorso, in caso di vittoria, è tracciato: «Prima di un eventuale stop avrei comunque il tempo di nominare la giunta e un vicepresidente», spiega De Luca. Una volta proclamato eletto, in base allo statuto della Campania, scatterebbe il periodo di 30 giorni entro cui deve svolgersi la prima seduta del Consiglio ed essere nominata la giunta. Nel frattempo toccherà al premier, consultato il ministro dell'Interno, decidere la sospensione dopo la quale De Luca farà ricorso. «Si tratta di rispettare le norme, non di prendere tempo», dice la Boschi. A ottobre toccherà invece alla Consulta esprimersi sulla Severino, che è a rischio bocciatura.

E dal Pd arrivano cauti - per ora - preannunci di intervento: «Sulla legge Severino si dovrà riflettere», dicono a una voce i vicesegretari Guerini e Serracchiani.

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